Marcatori neurologici, cladribina riduce indici infiammazione

La sclerosi multipla recidivante è una malattia neurologica nella quale le difese immunitarie attaccano il sistema nervoso centrale, causando infiammazione e danni alla mielina, il rivestimento protettivo dei nervi. Questo può interferire con la trasmissione degli impulsi nervosi e causare una serie di inconvenienti, come debolezza muscolare, problemi di equilibrio, difficoltà nella coordinazione e problemi […]

La sclerosi multipla recidivante è una malattia neurologica nella quale le difese immunitarie attaccano il sistema nervoso centrale, causando infiammazione e danni alla mielina, il rivestimento protettivo dei nervi. Questo può interferire con la trasmissione degli impulsi nervosi e causare una serie di inconvenienti, come debolezza muscolare, problemi di equilibrio, difficoltà nella coordinazione e problemi alla vista (diplopia). Questa malattia ha un andamento altalenante, con periodi di remissione e ricadute, ma oggi può essere trattata con terapie che mirano a ridurre l’infiammazione e controllare i sintomi.

 

Nuove analisi dello studio Magnify-Ms dimostrano che i pazienti con sclerosi multipla recidivante trattati con cladribina presentano una riduzione duratura della catena leggera dei neurofilamenti nel siero. Questo è segno che, in due anni, si è ridotto il danno neuronale in tutti i sottogruppi di pazienti sottoposti a risonanza magnetica.

 

“Stiamo imparando che i neurofilamenti rientrano, probabilmente, tra i biomarcatori rappresentativi sia dell’attività infiammatoria di malattia sia della neurodegenerazione. Avere una molecola in grado di ridurre i livelli di questi biomarcatori rappresenta un segnale molto forte”, ha affermato Roberto Bergamaschi, responsabile del centro di ricerca sulla sclerosi multipla del dipartimento di Neurologia generale della Fondazione Mondino di Pavia, a margine del congresso internazionale organizzato a Milano dai comitati per il trattamento e la ricerca sulla sclerosi multipla (Ectrims-Actrims) con il supporto di Aism.

 

La capacità di ridurre i livelli dei marcatori della molecola della Merck indica chiaramente una efficacia oggettiva nel trattamento della componente infiammatoria responsabile delle recidive e, presumibilmente, anche una capacità nel prevenire la neurodegenerazione.

 

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Secondo Bergamaschi, i dati presentati al congresso mostrano una tendenza crescente a instaurare un trattamento precoce con cladribina al fine di prevenire una progressione sfavorevole della malattia. Tuttavia, sussistono ancora delle limitazioni formali che rendono più complicata la prescrizione nelle fasi iniziali: gli esperti auspicano di poter superare le limitazioni al fine di garantire un accesso appropriato a una terapia che migliora la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla, e la prognosi della malattia.

 

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