Le due anime del farmacista

“L’accesso alla cura farmacologica è tutt’altro che scontato. La difficoltà non è solo accedere in tempi brevi alla cura, ma quanto la Regione sia efficace nel rendere queste cure fruibili da parte del paziente. ASL e Ospedale dovrebbero cominciare a lavorare con gli ambulatori, erogando prestazioni domiciliari per una reale somministrazione del farmaco”. Questo uno […]

“L’accesso alla cura farmacologica è tutt’altro che scontato. La difficoltà non è solo accedere in tempi brevi alla cura, ma quanto la Regione sia efficace nel rendere queste cure fruibili da parte del paziente. ASL e Ospedale dovrebbero cominciare a lavorare con gli ambulatori, erogando prestazioni domiciliari per una reale somministrazione del farmaco”. Questo uno dei passaggi chiave dell’intervento di Ugo Trama al Ministero della Salute in occasione del Forum “Comunità che Cura” promosso da Galapagos. Trama, dirigente dell’Unità Operativa Politica del Farmaco e Dispositivi, della Regione Campania, ha posto l’accento sui cambiamenti in atto nella professione di farmacista e sulla necessità di un presidio innovativo del territorio per garantire un migliore accesso al farmaco e un’assistenza sanitaria più efficace.

 

Ospedale e territorio

 

Secondo l’illustre relatore, oggi il ruolo del farmacista si evolve ovunque, nelle strutture sanitarie pubbliche, in quelle private accreditate e nelle farmacie di comunità presenti sul territorio. Si sta delineando una doppia anima del farmacista, che è chiamato a svolgere compiti che vanno oltre la mera dispensazione della prescrizione. Questi compiti includono l’aderenza terapeutica, la telefarmacia, e un ruolo di cerniera tra ospedale e territorio.

 

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Un altro tema importante che è stato affrontato da Ugo Trama è l’accessibilità al farmaco come indicatore dell’efficacia della cura dei pazienti. L’accesso al farmaco non è solo una questione di tempi di attesa, ma riguarda anche la capacità della Regione di rendere le cure farmacologiche effettivamente fruibili da parte dei pazienti.

 

In questo senso, si sta cercando di sviluppare un sistema che tenga conto delle difficoltà di accesso all’ospedale per pazienti fragili, sia fisicamente che psicologicamente. L’obiettivo è garantire una presa in carico del paziente domiciliare e un’assistenza oncologica di territorio più sviluppata, anche attraverso la somministrazione del farmaco a domicilio. Questo richiede una collaborazione tra Asl, ospedali, ambulatori e farmacisti, al fine di offrire un servizio sanitario di qualità che tenga conto delle esigenze del paziente.

 

Infine, Trama ha sottolineato l’importanza dell’integrazione sul territorio e della continuità assistenziale come nuove frontiere per la sanità a livello locale. In particolare, nella regione Campania si sta lavorando a un nuovo modello di presidio territoriale che attraverso l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) persegue il coinvolgimento della medicina generale e delle farmacie, inclusa la consegna del farmaco a domicilio.

 

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Questo modello mira a integrare le politiche sociali con il servizio socio-sanitario e sanitario, al fine di evitare la duplicazione delle prestazioni e garantire una migliore assistenza. In questo contesto, la connessione tra politiche sociali e servizio sanitario può produrre un valore aggiunto in termini di qualità delle prestazioni offerte.