In Italia, grazie all’innovazione farmaceutica, la mortalità per malattie croniche è diminuita del 40% in 20 anni e il numero di persone vive dopo una diagnosi di tumore è aumentato di un milione in dieci anni, dati estrapolati dal Libro Bianco presentato a Cernobbio da The European House-Ambrosetti, edizione realizzata col supporto di EUNIPHARMA e IAPG.

 

Il settore farmaceutico in Italia si conferma tra i più innovativi, con investimenti per 3,3 miliardi di euro nel 2022, di cui 1,4 miliardi destinati agli impianti di produzione e 1,9 miliardi alla ricerca e sviluppo. Questo rappresenta già il 2% del PIL italiano e potrebbe generare ulteriore crescita economica e ricchezza. Tuttavia, per attirare maggiori investimenti e sostenere la ricerca e l’innovazione, è necessario ripensare la governance del farmaco e il finanziamento della spesa da parte del sistema sanitario nazionale.

 

Secondo Daniele Franco, già Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Draghi, l’Italia deve definire una strategia di medio-lungo periodo per posizionare la ricerca e l’industria farmaceutica sugli standard internazionali più avanzati. È fondamentale migliorare l’assetto regolamentare per facilitare l’innovazione nelle cure, attrarre gli investimenti esteri e sostenere la crescita delle imprese italiane.

 

Le aziende farmaceutiche a capitale estero hanno un ruolo chiave nell’innovazione, con investimenti in ricerca e una forte vocazione all’innovazione. Nel solo 2022, hanno coinvolto più di 62.000 pazienti nei trial clinici, trattando ogni anno 7.000 pazienti con farmaci per uso compassionevole e collaborando con oltre 2.000 Ospedali e Centri di ricerca. Tutto ciò genera benefici attesi per il Sistema Sanitario Nazionale per oltre 2,2 miliardi di euro.

 

Queste aziende sono chiamate a contribuire direttamente alla sostenibilità del sistema sanitario attraverso il meccanismo del payback farmaceutico. Attualmente, il 98% del payback è riconducibile ai farmaci più innovativi che ricadono nel tetto di spesa per acquisti diretti. Senza interventi sulla governance del farmaco, questa percentuale potrebbe aumentare fino al 18,2% nel 2026, con effetti negativi sul settore.

 

Per incrementare l’appeal e la competitività dell’Italia nel settore farmaceutico su scala globale, secondo Nicoletta Luppi, Presidente IAPG, è urgente definire una nuova governance della spesa. Il payback farmaceutico trasferisce sulle imprese l’onere del surplus, fissando un tetto che non tiene conto dell’evoluzione dei bisogni di salute e dell’innovazione generata dalle aziende.

 

Lorenzo Wittum, Chairman EUNIPHARMA, ha sottolineato da parte sua l’importanza di garantire condizioni favorevoli per gli investimenti nel settore farmaceutico, sfruttando l’innovazione trasferita dalle aziende e definendo misure e interventi per attrarre ulteriori investitori esteri.

 

Marcello Cattani, Presidente Farmindustria,  ricorda che un patrimonio per l’Italia come quello portato in dote rappresenta un’opportunità di crescita economica, significa occupazione qualificata e partnership virtuose, stabilisce un ponte tra la ricerca di base e quella clinica. È necessario adottare regole che attraggano investimenti in Italia e favoriscano la gestione della spesa farmaceutica compatibile con la crescita economica.

 

Inoltre, nel prossimo quinquennio, sono previsti investimenti globali in ricerca e sviluppo nel settore farmaceutico pari a 1.600 miliardi di dollari. È quindi fondamentale per l’Italia intercettare il maggior ammontare possibile di queste risorse per sostenere la crescita e lo sviluppo sostenibile nel lungo periodo.

 

Per raggiungere questi obiettivi, sono necessarie azioni immediate a livello politico e istituzionale. È essenziale rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale per rispondere alle esigenze di salute di una popolazione in continua evoluzione. Inoltre, occorre definire una strategia per la farmaceutica che rafforzi il ruolo dell’Italia come polo produttivo e di ricerca, intervenendo sulla governance, sul finanziamento della spesa pubblica e semplificando le normative per i trial clinici. Infine, si deve adottare una strategia italiana per le Life Sciences, creando un organismo di coordinamento e un Piano Nazionale delle Life Sciences.

 

Dunque, l’innovazione nel settore farmaceutico ha portato notevoli benefici alla sanità italiana, ma è necessaria una nuova governance per attrarre investitori stranieri, sostenere la ricerca e l’innovazione. Solo con interventi immediati e misure adeguate, l’Italia potrà diventare un protagonista nella produzione farmaceutica e nella ricerca, contribuendo così alla crescita economica del paese.