Lenire il dolore è un dovere, a condizione di farlo con i farmaci giusti. In particolare il dolore lieve e moderato assilla 13 milioni di italiani, con costi economici stimati a 36,4 miliardi di euro, di cui 25,2 di costi indiretti. L’ultimo rapporto Osmed indica un trend in aumento nel consumo di FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, con un tasso di crescita del 20% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Gli esperti segnalano un uso inappropriato dei FANS, in barba alle indicazioni della nota 66 dell’Aifa, con crescenti rischi in rapporto ai possibili effetti indesiderati concomitanti tra cui infarto, ictus, diabete, ipertensione, osteoporosi, glaucoma e cataratta. L’età relativamente giovane dei pazienti trattati, rispetto alle patologie previste dalla nota, che sono più comuni negli anziani, evidenzia ulteriormente l’uso improprio dei FANS, quando invece occorrerebbe tenere conto sia del profilo complessivo rischi-benefici, sia delle controindicazioni o dei fattori di rischio predisponenti l’insorgenza di effetti collaterali. Nove volte su dieci tali terapie sono prescritte in modo inappropriato al di fuori delle indicazioni di rimborsabilità, con conseguente aumento dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Studi recenti condotti su una popolazione di oltre 9 milioni di assistiti hanno evidenziato una elevata tendenza all’impiego inappropriato dei FANS. Le patologie indicate nella Nota 66 (artropatie su base connettivitica; osteoartrosi in fase algica o infiammatoria; dolore neoplastico; attacco acuto di gotta) colpiscono più frequentemente pazienti anziani (75-84 anni), ma un terzo dei pazienti analizzati aveva un’età inferiore ai 54 anni, indicando un uso inappropriato dei FANS. Inoltre, la bassa percentuale di pazienti con patologie reumatiche (0,1-1,0%) e oncologiche (11,9%) previste dalla Nota suggerisce che i FANS vengono spesso prescritti per indicazioni non rimborsabili, contravvenendo alle linee guida della Nota 66. Un ulteriore problema riscontrato è la prescrizione di ibuprofene ad alti dosaggi, spesso al di fuori delle raccomandazioni. È noto alla comunità scientifica che la gran parte dei FANS orali possono causare gravi effetti indesiderati a livello del tratto gastrointestinale alto. In tale contesto, la medicina generale riveste un ruolo fondamentale nella prescrizione appropriata dei farmaci (il paracetamolo risulta la prima scelta nella gestione del dolore lieve e moderato in assenza di stato infiammatorio).

Sulla base di queste evidenze Motore Sanità ha promosso una serie di tavoli di confronto tra esperti e istituzioni su appropriatezza prescrittiva e corretta informazione, fattori chiave nella gestione del dolore cronico. Gli incontri, con il contributo incondizionato di Angelini Pharma, si sono svolti in Campania, Marche, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana e Sicilia, e hanno portato a definire una per migliorare l’appropriatezza prescrittiva basata su tre punti: centralità del MMG nella definizione della terapia, attivazione del monitoraggio delle prescrizioni soggette alla Nota 66, lotta alle fake news e all’automedicazione inconsapevole. Alla conferenza stampa conclusiva, che si è tenuta a Roma, hanno preso parte tra gli altri Ugo Cappellacci, Deputato, presidente 12ª Commissione permanente della Camera, e Ignazio Zullo, senatore, componente della 10ª Commissione permanente del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) .

 

Medici di famiglia

Il ruolo centrale del medico di medicina generale nella gestione del dolore cronico lieve e moderato è stato ribadito dai dirigenti della FIMMG Puglia, Giovanni de Maria e Nicola Calabrese, che sottolineano l’importanza di trasformare le informazioni al paziente in atti medici con opzioni terapeutiche mirate e con minori effetti collaterali. Inoltre, Luigi Sparano, segretario della FIMMG di Napoli, evidenzia come il medico di famiglia sia il riferimento principale per la presa in carico del paziente affetto da dolore cronico, mentre Roberto Venesia, segretario FIMMG Piemonte, sottolinea l’importanza di passare da un’assistenza “reattiva” a un’assistenza “proattiva” attraverso nuovi approcci assistenziali e organizzativi come le AFT.

 

Farmacisti

Un consumo incongruo di farmaci contro il dolore cronico è un problema nazionale, come sottolineato da Carla Rolle, direttrice dell’Assistenza farmaceutica territoriale dell’ASL Città di Torino, che richiama alla necessità di una governance integrata per affrontare l’inappropriatezza prescrittiva e l’iperconsumo di FANS. Mariano Fusco, responsabile del dipartimento farmaceutico dell’ASL Napoli 2 Nord, evidenzia l’importanza della formazione e del monitoraggio delle prescrizioni per correggere eventuali errori.

Fulvio Ferrante, direttore del Dipartimento della Diagnostica e Assistenza Farmaceutica dell’ASL Frosinone, sottolinea l’importanza dell’integrazione tra ospedale e territorio per garantire un percorso diagnostico-terapeutico univoco e condiviso per il paziente. È essenziale migliorare la comunicazione tra i diversi livelli assistenziali per garantire una corretta allocazione delle risorse e controllare la spesa farmaceutica.

Secondo Andrea Giacomelli, Presidente Federfarma Regione Toscana, spesso si identifica la terapia del dolore con le cure palliative a favore di malati terminali, mentre il dolore cronico è un problema ampiamente diffuso e sottovalutato che va affrontato in tutti gli ambiti e in tutti i percorsi di cura. “Nel dialogo con i pazienti e i loro familiari – spiega – si verifica che spesso si ricorre ad un ‘fai da te’ nella terapia del dolore, che induce ad associare ai farmaci prescritti dal medico, anche FANS ed altri dolorifici di libera vendita oltre che a integratori vari. Per contribuire a superare le criticità le farmacie sul territorio possono partecipare a campagne di informazione sul tema del dolore e delle relative terapie, partecipare a programmi di assistenza domiciliare, preparare dosaggi personalizzati, partecipare ad iniziative strutturate di dialogo e scambio di informazioni con i medici di medicina generale e gli specialisti”.

 

Conclusioni

“I giovani spesso hanno comportamenti pericolosi – conclude Mirene Anna Luciani, Vice Segretario FIMMG Regione Toscana – ricercando sovente risposte nei social media o presso gli amici, per dolori a carico del rachide cervicale o lombosacrale, in altri casi dolori legati a coliche gastrointestinali, oppure odinofagie per faringiti di origine virale, e dolori legati al sovraccarico fisico o a microtraumi in ambito sportivo e cefalee. I principali errori sono curarsi da soli per tipologie di dolore mai insorte in precedenza, chiedere consigli ad amici, vicini e parenti non medici, informarsi attraverso fonti non autorevoli, abusare di farmaci antinfiammatori, o accedere impropriamente al pronto soccorso oppure a visite specialistiche sin dai primi sintomi. È importante, invece, che le persone consultino il proprio medico di fiducia, che le visiterà ed imposterà il corretto iter diagnostico/terapeutico. Il medico, inoltre, conoscendo bene le patologie dalle quali i suoi assistiti sono affetti, le loro intolleranze/allergie e le loro comorbidità, potrà prescrivere la corretta terapia antidolorifica, ma anche approfondire, se necessario, per ricercare la causa del dolore”.