Quando il dolore diventa un compagno di strada c’è una cosa sopra ogni altra che la persona desidera: che scompaia il più velocemente possibile. Il dolore cronico (che, per definizione, persiste più di 3 mesi) può essere legato alle forme più disparate: artrosi del ginocchio, dell’anca, della spalla, discopatie, stenosi midollari a carico della colonna, fibromialgie. Si corre quindi in farmacia a chiedere il paracetamolo, la soluzione ideale in assenza di stato infiammatorio, eppure nella realtà dei fatti molti ancora ignorano il ruolo centrale del paracetamolo. Succede infatti che molti ricorrono alle soluzioni estemporanee, rimedi fai-da-te, tipo farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) che quando vengono utilizzati per periodi prolungati in assenza di una infiammazione possono avere seri effetti collaterali, con conseguenze sull’apparato gastrointestinale, emorragiche, renali ed epatiche.
I dati italiani parlano chiaro. La maggioranza dei 13 milioni di italiani colpiti da dolore cronico lieve o moderato (oltre il 20% della popolazione) viene trattato in maniera inappropriata, con farmaci, come i Fans appunto. Dati diversi in Regione Toscana, dove il dolore cronico lieve e moderato colpisce circa 350mila persone (circa il 10% della popolazione), e dove da anni è c’è una crescente attenzione sul tema dell’inappropriatezza, e tra gli obiettivi della farmaceutica c’è anche quello di ridurre la prescrizione inappropriata di Fans nella terapia del dolore cronico.
“Il ruolo dei servizi farmaceutici delle Usl è quello di evidenziare dall’analisi dei flussi informativi della farmaceutica possibili inappropriatezze, condividere i dati con i clinici e informarli circa le corrette modalità di prescrizione, contribuendo così da un lato a garantire terapie più sicure ed efficaci per i pazienti e dall’altro a recuperare risorse economiche del SSN non correttamente allocate. Questo impegno ci ha portato nel 2022 ad avere un consumo di Fans del 29% inferiore alla media nazionale, con 13,4 contro 19 dosi giornaliere per 1000 abitanti” ha spiegato Susanna Mazzoni, farmacista dirigente della struttura operativa complessa Governance farmaceutica dell’USL Toscana Centro, intervenuta al convegno dedicato al dolore cronico, organizzato a Firenze da Motore Sanità.

Quando c’è di mezzo il dolore, spesso si instaurano comportamenti sbagliati. Mirene Anna Luciani, vicesegretario FIMMG Regione Toscana, ha elencato dolori ed errori ricorrenti, spiegando che il problema riguarda indistintamente donne e uomini, i giovani spesso hanno comportamenti ancor più pericolosi, ricercando spesso risposte nei social media o presso gli amici.
“Più frequentemente si tratta di dolori a carico del rachide cervicale o lombosacrale, in altri casi dolori legati a coliche gastrointestinali, oppure odinofagie (dolore al momento della deglutizione) per faringiti di origine virale, e, nei giovani, dolori legati al sovraccarico fisico o a microtraumi in ambito sportivo e cefalee. I principali errori sono curarsi da soli per tipologie di dolore mai insorte in precedenza, chiedere consigli ad amici, vicini e parenti non medici, informarsi attraverso fonti non autorevoli, abusare di farmaci antinfiammatori, o accedere impropriamente al pronto soccorso oppure a visite specialistiche sin dai primi sintomi. È importante, invece, che le persone consultino il proprio medico di fiducia, che le visiterà ed imposterà il corretto iter diagnostico/terapeutico. Il medico, inoltre, conoscendo bene le patologie dalle quali i suoi assistiti sono affetti, le loro intolleranze/allergie e le loro comorbidità, potrà prescrivere la corretta terapia antidolorifica, ma anche approfondire, se necessario, per ricercare la causa del dolore. Per ottenere una responsabilizzazione dei cittadini rispetto all’utilizzo responsabile della sanità pubblica, occorre una forte e coordinata strategia di comunicazione e di formazione degli stessi, che solo la collaborazione tra istituzioni e professionisti operanti nel SSN può condurre”.

Niccolò Biancalani, Segretario Regionale FIMMG, ha spiegato che la regione Toscana è abbastanza allineata al resto d’italia, contando che circa il 10% della popolazione soffre di dolore cronico lieve, moderato, ovvero circa 350.000 persone. “Col DM 77 si cercheranno di creare strutture integrate medici di medicina generale-specialisti per trattare la patologia cronica, per esempio day service territoriali e servizi domiciliari (UCA). Stiamo attivando nell’ambito dell’abbattimento delle liste attesa un progetto che prevede un ambulatorio per dolore cronico. Sicuramente dovremmo inserire tale argomentazione nei corsi di formazione annuali che facciamo ai medici di medicina generale, ma anche nel corso della formazione specifica in medicina generale. Insegnare e fare formazione sia per le infiltrazioni che per la gestione farmacologica del dolore. Continuare con le nostre riunioni periodiche di AFT col Dipartimento del Farmaco per capire e comprendere le giuste modalità prescrittive”.

Il ruolo del medico di medicina generale è al centro del processo di digitalizzazione sanitaria e della relazione medico-paziente. “I servizi digitali a supporto dei nuovi modelli organizzativi territoriali e dell’appropriatezza di cura del dolore cronico – ha precisato Rino Moraglia, Direttore strategico di NetMedica Italia – assumono, quindi, un ruolo decisivo”. Organizzazione,  monitoraggio,  consapevolezza e iniziativa sono i concetti chiave intorno a cui ruota lo sviluppo della Digital Health Strategy della Medicina Generale, un progetto innovativo e concreto che ambisce a rendere appropriati gli interventi assistenziali, anche attraverso la formazione, comunicazione e diffusione della relazione digitale. Rendere tutto più facile e possibile, per garantire serenità ed efficacia a medici e pazienti”.

Secondo Andrea Giacomelli, Presidente Federfarma Regione Toscana, anche per la terapia del dolore è auspicabile una rete multidisciplinare dove ogni professionista, ognuno per le proprie competenze, contribuisca alla presa in carico del paziente. Poi, ha spiegato che sul territorio si riscontrano situazioni diversificate per quanto riguarda l’applicazione della normativa, legate a diversi fattori, anche culturali, che fanno sì che la terapia del dolore sia spesso identificata con le cure palliative a favore di malati terminali e quindi sia limitata a questo aspetto, mentre il dolore cronico è un problema ampiamente diffuso e sottovalutato che va affrontato in tutti gli ambiti e in tutti i percorsi di cura. “Nel dialogo con i pazienti e i loro familiari si verifica che spesso si ricorre ad un “fai da te” nella terapia del dolore, che induce ad associare ai farmaci prescritti dal medico, anche FANS ed altri dolorifici di libera vendita oltre che a integratori vari. Per contribuire a superare le criticità le farmacie sul territorio possono partecipare a campagne di informazione sul tema del dolore e delle relative terapie, partecipare a programmi di assistenza domiciliare, preparare dosaggi personalizzati, partecipare ad iniziative strutturate di dialogo e scambio di informazioni con i medici di medicina generale e gli specialisti”.

L’impegno sull’appropriatezza è una costante nel lavoro di Cittadinanzattiva, “appropriatezza che deve essere sia quella prescrittiva e terapeutica che quella della comunicazione e informazione, sia da parte dei professionisti che delle istituzioni” ha spiegato Franco Alajmo, Coordinatore Tribunale per i Diritti del Malato e Responsabile Cittadinanzattiva Firenze. “Dai nostri report emergono due punti: il primo è quanto il dolore cronico incida sulla qualità di vita e sulle conseguenze di tipo lavorativo e sociale. Il secondo punto è che in troppi casi i pazienti non sentono riconosciute a pieno le loro problematiche di convivenza con il dolore, purtroppo spesso anche da parte dei sanitari. Non esistono solo terapie farmacologiche, ma esistono anche prospettive di intervento legate ad aspetti comportamentali e di contesto di vita che possono favorire la coesistenza delle persone (e non parlo intenzionalmente di pazienti) con il dolore cronico”.

Sul dolore cronico si tornerà a parlare a Roma, mercoledì 17 luglio, all’Hotel Nazionale, in piazza di Monte Citorio, per presentare un report, regione per regione, che rivela un maggiore consumo di FANS nel Sud Italia. L’evento offrirà l’opportunità di discutere questi problemi con esperti del settore e sarà aperto alla partecipazione dei rappresentanti dei media.