Diabete, basta la parola: parliamo di una delle malattie croniche più diffuse in Italia e nel mondo, con numeri in crescita costante. A fare il punto della situazione è il report presentato a Roma in Senato durante il 17° Italian Barometer Diabetes Summit 2024. Le relazioni sono state introdotte da Federico Serra e dalla senatrice Daniela Sbrollini.

In Italia, secondo l’ultimo aggiornamento Istat, sono circa 3,9 milioni le persone che hanno dichiarato di avere il diabete, ovvero il 6,6 per cento della popolazione, e le proiezioni indicano che nel 2040 questa percentuale potrebbe arrivare al 10 per cento. Gli uomini hanno un rischio maggiore delle donne (circa il 40 per cento a parità di età). Altri fattori che incidono sono l’età avanzata, le condizioni socioeconomiche e le abitudini consolidate (vivere al Sud comporta un rischio maggiore, circa il 50 per cento in più rispetto a chi vive al Nord), la scolarità e le variabili ambientali (i contesti rurali sono meno colpiti). Infine, emerge la forte associazione con l’obesità, che incrementa il rischio di diabete di oltre il doppio a parità di tutti gli altri fattori considerati, mentre la sedentarietà aumenta tale rischio di circa il 30 per cento.

L’ invecchiamento della popolazione porta all’aumento delle malattie che sono frequenti nelle fasi di vita dell’anziano, come quelle cardio-metaboliche che sono spesso la conseguenza di squilibri energetici dovuti a eccessiva nutrizione associata a sedentarietà, che combinati con caratteristiche genetiche, comportamentali, sociali e ambientali portano a sviluppare malattie croniche come obesità, diabete, aterosclerosi, fegato grasso.

Paolo Sbraccia, presidente IBDO Foundation, sottolinea l’importanza di raccogliere informazioni sull’impatto del diabete e di promuovere sforzi per ridurre l’incidenza della malattia e migliorare il suo trattamento. Riccardo Candido, presidente AMD, Associazione Medici Diabetologi, e numero uno della Federazione delle Società Diabetologiche Italiane, FeSdi, aggiunge che è possibile e doveroso migliorare l’assistenza e la qualità di vita delle persone con diabete e multi-cronicità grazie al progresso tecnologico e farmacologico. Da parte sua Angelo Avogaro, Presidente SID, Società Italiana di Diabetologia, ha evidenziato l’importanza di promuovere uno stile di vita sano e mitigare l’effetto dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, che entrano in gioco a loro volta nel determinare l’insorgenza di malattie croniche come il diabete. Infine, il Rettore Magnifico Nathan Levialdi Ghiron, Università di Roma Tor Vergata, sottolinea la necessità di ridurre le disparità regionali in termini di prevenzione, accesso alle cure e utilizzo delle tecnologie nel trattamento del diabete.

Per la cronaca, l’evento è stato realizzato in collaborazione con Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, IBDO Foundation, Istat, Università di Roma Tor Vergata – Dipartimento Medicina dei Sistemi, Coresearch, Crea Sanità, Bhave, e il contributo incondizionato di Novo Nordisk.

Uniformità su tutto il territorio nazionale del servizio di diabetologia, accesso ai nuovi farmaci e alle nuove tecnologie, rafforzamento della sanità territoriale, rete diabetologica sociosanitaria: sono questi alcuni dei punti chiave evidenziati dal Presidente FAND– Associazione italiana diabetici, Emilio Augusto Benini, intervenuto in Senato: «L’importanza del Report presentato oggi, che, come ogni anno, restituisce lo scenario del diabete nel nostro Paese, è quella di evidenziare i numeri di un’emergenza per identificare gli interventi prioritari – ha dichiarato il Presidente Benini – In primo luogo, come già sottolineato dal Manifesto di Fand “Più territorio meno ospedale”, l’importanza di garantire l’uniformità su tutto il territorio nazionale del servizio di diabetologia. Occorrono forti investimenti sulla tecnologia, sul Fascicolo Sanitario Elettronico, sulla telemedicina e su tutti quegli strumenti utili e necessari a una effettiva integrazione dei sistemi. Un aspetto questo nel quale vorrei sottolineare il ruolo importante che può avere il diabetico guida, progetto che Fand porta avanti da anni con un corso riconosciuto eccellenza a livello internazionale, una figura questa che può rappresentare un valido aiuto nella teleassistenza, come presso i servizi di diabetologia e le case di comunità».