«BRAVO».
Mirello Crisafulli, antirenziano di ferro, potente leader della provincia di Enna, già deputato, senatore e sindaco Pd, è contento. «Il segretario regionale del Pd Fausto Raciti vuole controllare tessera per tessera le iscrizioni al partito? Fa davvero bene».
Crisafulli, è passato anche lei con Renzi?
«No, che minchia c’entra. Dico quel che penso».
Cioè che il Pd lavora bene.
«Noooooooo. Dico che il segretario fa bene a controllare che cosa accade».
In Sicilia ne succedono di tutti i colori.
«In effetti ultimamente l’aria è strana».
Tesseramenti poco limpidi?
«Diciamo che è entrato di tutto. Gente che nulla ha a che fare con la nostra storia».
‘Nostra’ nel senso di vecchio Pci?
«Ma no, ma no. Anche con la storia del Pd. Di più: della Dc».
Non è vero: per Cuffaro siete la nuova Dc.
«A me interessa poco quel che dice Cuffaro. Noi non dobbiamo essere la nuova Dc. E poi lo sa che anche antichi democristiani iscritti al Pd fin dalle origini non prenderanno più la tessera?».
E perché mai?
«Perché dicono: ‘Ma come, io sono sempre stato da una parte e adesso prendono il potere quelli che stavano a destra?’».
E poi avete problemi alla vostra sinistra.
«Gruppi minoritari che protestano e basta».
Vabbè, qualcuno che le dice ‘io sono di sinistra e non posso più stare nel Pd’ ci sarà.
«Certo. Eppure io gli rispondo senza tentennare».
Che cosa?
«Minchia, se quelli di sinistra se ne vanno dal Pd per forza vincono i centristi!».
Dica la verità: perché entrano i cuffariani e non donne e uomini di sinistra?
«La forma-partito è in crisi, si sa. Non esiste quasi più la militanza. Gli organi dirigenti facevano da argine al trasformismo. Ora, invece, non ci sono più filtri. E io m’arrabbio perché ho idee diverse».
Non vuole i moderati.
«Mai detto una stupidaggine del genere. Io non voglio capibastone che intendono rifarsi una verginità. O quelli che arrivano portando pacchi e pacchi di tessere. Io accolgo i cittadini, le persone che hanno cambiato idea. Come legittimamente si deve fare. A un patto, però».
Quale?
«Che cambiare partito non è come cambiare cravatta. Si devono fare scelte responsabili e seguire regole precise».
Insomma, come diceva Sidney Sonnino ‘torniamo allo Statuto’…
«Meglio Nino Frassica: torniamo al regolamento».
Però è ovvio che gli ex amici di Cuffaro entrino nel Pd. Lui prendeva quasi due milioni di voti…
«Un milione e ottocentomila, per la precisione. Non a Enna e provincia, eh… (ride), ma ripeto: non respingo gli elettori, dico no ai ras locali».
A proposito: lei era accusato di essere il ras delle tessere.
«No. Io ero accusato di non fare tessere a chi non era di sinistra».
Sicché si è iscritto ancora al Pd.
«Vorrei vedere il contrario».
A Roma non la amano.
«Dica ai compagni di Roma che io non me ne vado. Nemmeno a cannonate. Minchia».