«NESSUN dubbio. Se Flavio Tosi si candida, corriamo con lui in Veneto». Gaetano Quagliariello, coordinatore del Nuovo centrodestra, ragiona di alleanze: «Attenzione. Se pensate che sia questione di schieramenti vi sbagliate. Di grosso».
Al governo col Pd a Roma. Al governo col Pd in periferia.
«Buona questa».
Renzi vi vuole. Alfano è possibilista.
«Macché. Mica siamo come i famosi ‘indipendenti di sinistra’ del Pci».
E allora perché non stringete accordi con Forza Italia e Lega?
«Perché perderebbe tutto il centrodestra».
Apodittico.
«No, realista. Guardate che cosa è successo in Emilia-Romagna. Lega bene, centrodestra-disastro».
Vabbè, ma che farete l’11 maggio alle Regionali?
«Del Veneto ho già detto. Nelle Marche sosterremo l’esperimento di Gian Mario Spacca, dc che ha governato con la sinistra e se n’è distaccato».
E poi?
«Francesco Schittulli in Puglia contro Michele Emiliano. In Umbria, il sindaco di Assisi Claudio Ricci che abbiamo proposto per primi».
Caldoro in Campania.
«Vedremo».
Dunque le sirene del Pd non vi attraggono.
«Pensiamo ad altro».
I soliti programmi prima degli schieramenti? Via…
«Potrà non crederci. Eppure è così, ma dobbiamo fare un ragionamento più ampio…».
Forza.
«In questo momento è essenziale l’identità».
E qual è la vostra?
«Siamo una forza liberal-popolare».
In concreto?
«In nessun caso andremo col Carroccio o la sinistra. Ci collochiamo nell’area tra Renzi e Salvini».
Che è difficile intravedere.
«Io la vedo benissimo».
Diciamo che è un po’ ristretta.
«Diciamo che è una prateria».
Addirittura.
«Certo, uno spazio di fantasia politica. Di libertà».
Fuor di metafora?
«Niente è come prima».
Grazie…
«Non è concetto afferrato da tutti».
Chi non lo capisce?
«Di certo Forza Italia quando propone alleanze in nome di qualcosa che appartiene al passato».
Anche il concetto di destra e sinistra?
«Direi di sì. O perlomeno non va declinato come una volta».
Niente si distrugge…
«… e tutto si trasforma, infatti».
E voi vi trasformate in renziani. Come in Liguria.
«Ma nemmeno per idea. In Liguria potremmo al limite sostenere Raffaella Paita».
Sconfitto quel pericoloso bolscevico di Sergio Cofferati.
«A parte le battute in Liguria è stato sconfitto un ‘certo’ Pd».
Dica la verità: dal Nazareno vi stanno cercando.
«A me non risulta. E comunque faccio finta di non sentire la provocazione».
Cioè?
«Vi illudete se pensate che Ncd passi dall’altra parte».
Con Renzi ci governate.
«Una scelta di responsabilità».
Per il bene del Paese.
«Sì. E le rose che abbiamo raccolto sono piene di spine. Ne siamo coscienti».
Sostenete spesso di aver salvato il Paese da Grillo.
«Non solo da lui. Però ora basta parlarne. Dobbiamo orientare le riforme e non restare in mezzo al guado».
Come Forza Italia…
«Infatti. Massimo rispetto, ma gli amici azzurri continuano a ragionare con i vecchi schemi».
Quali?
«Quelli che prevedono un cedimento a una Lega che non esiste più».
Perché?
«Perché Umberto Bossi, che non era meno ‘estremista’ di Matteo Salvini, rappresentava una forza autonomista e nordista».
Vi fa paura Salvini, eh?
«Non è questione di paura».
E di che cosa?
«Salvini è protesta. Non gliene importa niente di governare».
Si allea con i fascisti di CasaPound.
«Non solo. Salvini è un paradosso vivente».
Perché?
«Urla il suo no all’Europa ed è il fenomeno più europeo che ci sia».
Questa è forte.
«No, questa è vera. Finché c’è crisi c’è Salvini. Se cogliamo l’occasione di ripartire, Salvini chiude la sua corsa».