Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario Pd alle Infrastrutture e ai Trasporti, non si scompone. Anche se alcune intercettazioni lo dipingono come omofobo. Meglio: in pubblico favorevole alle unione civili, in privato (cioè al telefono) sprezzante con l’ex leader di Sel e governatore della Puglia Nichi Vendola recentemente in prima pagina per aver adottato, assieme al suo compagno, un bimbo con la maternità surrogata.

Quelle intercettazioni sembrano chiare: gli omosessuali le fanno schifo…

«Ecco, appunto, ‘sembrano’. Sono totalmente fuori contesto. Io ‘sono’ tollerante, garantista e libertario».

Le «piacciono le femmine».

«Non sono omofobo. La mia storia lo conferma, sfido chiunque a dimostrare il contrario».

Scusi, e allora come spiega quelle frasi su Vendola?

«Io voterò per le unioni civili. Mai espresso dubbi in tal senso».

Ognuno può vivere la sessualità come gli pare, no?

«Certo. Non ci sono dubbi. E penso sia persino superfluo sottolinearlo. Basta che ognuno – ripeto: ognuno – non ne faccia oggetto di esaltazione».

Quando ha pronunciato quelle frasi?

«Gennaio 2013. Mi riferiscono che trattasi di un’intercettazione disposta nell’ambito di un procedimento penale nel quale non sono mai stato sentito neppure come testimone».

Non dica che non le ricorda.

«E invece è proprio così».

Davvero?

«Giuro. Proprio non rammento di averle dette».

Lei è stato intercettato per un mese e mezzo per cercare reati di terzi su presunti favoreggiamenti a un boss beneventano.

«Guardi, io sono un avvocato penalista. Un po’ me ne intendo. Detto questo non sono stato né indagato né condannato né sentito dai pubblici ministeri. In parole povere: mai avuto a che fare con quella storia. E infatti mai sono stato coinvolto in alcun modo».

Preoccupato? Arrabbiato?

«No, davvero. Come si usa dire in questi casi sono a posto con la mia coscienza e mi sento sereno. Detto questo è urgente avviare un’analisi più approfondita».

Quale?

«Bisogna porre un freno alla pubblicazione delle intercettazioni».

La solita solfa del rapporto malato politica-giustizia?

«Macché. Dico solo che una riforma è urgente. Usiamo le intercettazioni per stanare il boss mafioso Matteo Messina Denaro, non per chiacchiere rubate su questioni che nulla hanno a che fare con le indagini».

Nel suo caso sono passati quattro anni da quelle parole…

«Ecco, il punto è proprio questo: non hanno rilevanza penale».

Teme un complotto?

«Figuriamoci. Penso solo che pubblicare cose del genere sia inutile. Specie dopo tanto tempo e completamente estrapolate dal contesto».

Onorevole, lei era socialista prima di passare alla corte di Renzi e…

«No, guardi, la fermo subito. Io non ero socialista. Io sono. Usi il presente, per favore».

Allora: lei è un socialista alla corte di Renzi e…

«Non ci siamo. Io non sono alla corte di nessuno. Faccio il mio lavoro con assoluta trasparenza e lealtà nei confronti del presidente del Consiglio».

Però gli omosessuali le danno fastidio a pelle, dica la verità.

«Buonanotte. Lo sa che per anni ho avuto la doppia tessera?».

Di che cosa, scusi?

«Del Partito socialista italiano – io stavo con gli autonomisti di Bettino Craxi – e del partito radicale. E mi pare che Pannella non sia certo omofobo».

Né omofobo né pentito.

«Di essere socialista? Me ne vanto. Eccome se me ne vanto».

Si ferma un attimo: «Tutti siamo ascoltati. Vero, maresciallo?».

(ride divertito: «Scherzo, eh»).