«NON MI FATE fare predicozzi. Non sono il tipo. Però, sì, la situazione, che per ora è stata tenuta responsabilmente sotto controllo, si sta deteriorando. E trovare lo scimunito che tira fuori una pistola e spara non è campato così in aria».
Mario Capanna, 70 anni a gennaio, fra i più noti leader del Sessantotto, parlamentare per due legislature di Democrazia proletaria, non nasconde le sue preoccupazioni: «Senza esagerare dico che la situazione socio-economica generale è insostenibile. Abbiamo disoccupazione e contratti bloccati come quello del pubblico impiego e settori strategici come le acciaierie che necessitano di risposte».
Forse manifestanti e polizia dovrebbero parlarsi di più…
«No, non è questo il problema».
E quale sarebbe?
«Occorre che l’intervento politico sia efficace. Occorre che si distingua bene tra chi manifesta e sciopera, diritto inalienabile, e chi invece soffia sul fuoco».
Insomma, stiamo all’erta.
«Per forza. Ma non per lanciare inutili allarmismi, bensì perché ci si metta tutti in testa che l’assenza di soluzioni potrebbe favorire derive avventuristiche».
Sotto tiro un governo di centrosinistra…
«E questo dimostra che c’è qualcosa che non va».
Minacce al responsabile economico del Pd Filippo Taddei.
«Da prendere con la massima considerazione. Tenendo gli occhi ben aperti»
Sindacati e studenti dovrebbero abbassare i toni?
«Non mi pare che si possa imputare loro volontà di violenza. Mi sembra che ci sia un senso della misura».
E allora?
«E allora, il governo ci parli. Evitiamo esasperazioni. Evitiamo violenze. E si diano risposte».