Con calma. Con pacatezza. Con il classico sospiro di sollievo. Con stile da settimanale più che da quotidiano. Con tutto questo e molto altro possiamo dire che la Francia ha arginato la marea nera (bruna, meglio dir così) di Le Pen e i suoi giovanottoni nerboruti e muscolosi e carichi di odio. Ma sbaglierebbe assai chi dovesse anche solo accarezzare l’idea di una Francia salva e redenta. Non è così. La sinistra (ammesso che i dirigenti socialisti francesi possano ancora esser definiti tali) ha solo evitato il peggio. Ma il Front National resta di gran lunga il primo partito. E pesca laddove un tempo pescavano i comunisti (il Pcf staliniano, non a caso…). La febbre si è abbassata, ma la medicina non cura, toglie solo i sintomi. Un palliativo, insomma, per sentire meno dolore e per evitare che tutto finisca in una guerra permanente. Il problema è il solito. Se la sinistra abbandona i suoi capisaldi. Se non fa del riformismo radicale alla Garibaldi o alla Rosselli, alla Salvemini o alla Proudhon la sua bandiera. Se si abbandona ai venti del neoliberismo va poco lontano. Lo stesso discorso vale per i cosiddetti moderati. Se urlano più degli urlatori di professione, la gente preferisce l’originale. Se dicono che la desistenza non s’ha da fare, perdono quella poca credibilità rimasta. E oggi la credibilità è fondamentale. Quindi, attenzione. Non hanno vinto. Ma certo le camicie brune non hanno perso.

PS Più in là parleremo anche della Spagna, of course