Dunque, l’intellettuale di area dalemiana Massimo Bray, già (ottimo) ministro della Cultura, ha detto no alle primarie del Pd a Roma. Peccato. Poteva essere una soluzione eccellente per la sinistra. Si conferma la sgradevole sensazione: quelle capitoline non sono primarie, ma l’ennesimo congresso/resa dei conti in casa Pd, partito sgangherato che molto ha contribuito alla devastazione della sinistra. Ma dispiace ancor più perché Roma, la Roma dei Nathan e degli Argan e dei Petroselli, meritava, dopo i disastri di Alemanno e Marino, ben altro.