Mondello. E dici letteratura

Ci siamo. Adesso vi provoco. Volutamente. Avete mai sentito parlare di Alberto Moravia, Italo Calvino, Andrea Camilleri, Michela Murgia? Sapete dov’è Palermo? Se avete risposto “sì”, siete sulla buona strada. Se non ne avete azzeccata nemmeno una, beh…, peggio per voi. Sì, perché i nomi che vi ho elencato sono tra i vincitori di uno […]

Ci siamo. Adesso vi provoco. Volutamente. Avete mai sentito parlare di Alberto Moravia, Italo Calvino, Andrea Camilleri, Michela Murgia? Sapete dov’è Palermo? Se avete risposto “sì”, siete sulla buona strada. Se non ne avete azzeccata nemmeno una, beh…, peggio per voi. Sì, perché i nomi che vi ho elencato sono tra i vincitori di uno dei premi più belli di questo Paese, il Mondello. Premio squisitamente siciliano (anzi: siciliano occidentale, distinzione di non poco conto per chi ama il nostro Sud) e perciò profondamente italiano. Promosso dalla Fondazione Sicilia in partnership con il Salone internazionale del libro e in collaborazione con la Fondazione Andrea Biondo.

Come tutti i premi c’è una giuria. Nel caso del Mondello a prova di bomba, per usare un’espressione antica. I critici letterari che quest’anno compongono il comitato di selezione cui spetta il compito di decretare i tre vincitori del Premio opera italiana (che poi concorreranno ad aggiudicarsi il SuperMondello) e il numero uno del premio critica letteraria sono Giancarlo Alfano, Salvatore Ferlita, Filippo La Porta. A essi si aggiunge Niccolò Ammaniti, lo scrittore che credo non abbia bisogno di presentazioni, incaricato di selezionare, in qualità di “giudice monocratico”, il premio autore straniero. I verdetti? Un po’ di pazienza. Basta aspettare aprile.

Per quanto attiene al resto delle norme – mi fa fatica raccontarvele tutte, sono tante, mentre scrivo è tardi e ho una certa età… – vi rimando al sito www.premiomondello.it.

Ma, nonostante le senescenza, quel che voglio sottolineare è la “filosofia” del premio. Che guarda ai giovani. Che coinvolge le scuole. Che, quest’anno, agli studenti di Palermo, Enna e Noto affianca anche giovanotti della magica Marsala, la seconda patria (dopo Nizza) di Garibaldi (direte: ma che c’entra? Non lo so, ma a me Garibaldi piace e lo metto dappertutto. Un giorno vi spiegherò anche come si fa il “cocktail Garibaldi”…).

Coinvogere i giovani è fondamentale. Perché se si legge, si cresce. Perché se si scrive, si matura. Perché, poche chiacchiere, in tempi grami come questi – eticamente ancor prima che economicamente – sfogliare le pagine di un libro, specie di letteratura contemporanea, è un potente antidoto alla barbarie imperante.

PS. Stavo per fare una figuraccia. Auguri al Mondello. Compie quarant’anni. Beato lui…

Buona letteratura a tutti. (Credetemi, solo essa ci salverà)

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