Avevano veramente ragione i viaggiatori del Settecento, i protagonisti del cosiddetto “Grand Tour”: se non capisci la Sicilia, non comprendi l’Italia. Un discorso che può essere ragionevolmente applicato anche alla nostra storia contemporanea, in particolare del dopoguerra. Ci riferiamo ai “misteri d’Italia” che vedono protagonisti servizi segreti di genere vario e più o meno deviati, poteri occulti, mafie di tutti i tipi. Tra i protagonisti il giornalista di quel foglio d’opposizione, “ereticamente comunista”, che fu l’“Ora” di Palermo, e che rispondeva al nome di Mauro De Mauro. Scomparve a metà dicembre del 1970 e mai più è stato ritrovato. Un cronista brillante con un passato ingombrante in forza alla famigerata X Mas nella Repubblica sociale italiana e un presente in un giornale di opposizione, l’”Ora”  appunto, icona della lotta antimafia nell’Isola. A ricostruirne le vicende e il mistero che ancora aleggia sulla sua morte ci pensano due giornalisti di razza come Franco Nicastro e Vincenzo Vasile in “Mauro De Mauro. Il grande depistaggio” (XL edizioni, 158 pagine, euro 13,90). Un libro che è, come si usa dire, un grande affresco di una stagione terribile e insieme affascinante della nostra storia. Un libro che vede tanti (forse troppi) protagonisti alla ricerca (ma fu davvero tale o i camuffamenti la fecero da padrone?) di un cronista che, per conto del regista Francesco Rosi, stava ricostruendo la misteriosa morte di Enrico Mattei…