Macaluso e l’Antimafia

«INAUDITO. Hanno emesso una sentenza senza contraddittorio. Senza tener conto che non è compito della Commissione». Emanuele Macaluso, antico guerriero della sinistra, siciliano doc, autore di libri su mafia e politica, è incredulo. Macaluso, c’è un ‘uso politico’ della Commissione? «Un’istituzione dello Stato, della Repubblica italiana è stata strumentalizzata». Vabbè, la Commissione giudica… «Vabbè, lasciamo […]

«INAUDITO. Hanno emesso una sentenza senza contraddittorio. Senza tener conto che non è compito della Commissione». Emanuele Macaluso, antico guerriero della sinistra, siciliano doc, autore di libri su mafia e politica, è incredulo.

Macaluso, c’è un ‘uso politico’ della Commissione?

«Un’istituzione dello Stato, della Repubblica italiana è stata strumentalizzata».

Vabbè, la Commissione giudica…

«Vabbè, lasciamo perdere…».

Scusi?

«La Commissione non deve giudicare, abbia pazienza».

E che cosa deve fare?

«Trovare soluzioni. Meglio: proporre soluzioni. Come intervenire nelle zone ad alto tasso di criminalità. Quali riforme fare. Capire i perché di certe situazioni…».

Insomma, Bindi bocciata.

«Basta slogan semplicistici. Di sicuro, son rimasto a bocca aperta».

Su cosa in particolare?

«Sul fatto che sono state giudicate delle persone. Senza che queste potessero difendersi. Senza che ci fosse un contraddittorio. E poi…».

Dica pure…

«E poi è stata emessa una sentenza su reati che nulla, ma proprio nulla, hanno a che fare con la mafia. Incredibile».

Conosce Vincenzo De Luca?

«Certo. Spesso sono stato a Salerno per conferenze e convegni».

Che tipo è?

«Un decisionista. Un esempio della politica di questi tempi».

Il dubbio: riformare la Commissione antimafia?

«Dubbio legittimo, anche se la parola ‘ragionamento’ mi pare la più corretta».

Ragioniamo.

«La Commissione cominciò a lavorare nel 1963. E ancora oggi continua. Di fatto è diventata permanente».

E dove sta il problema?

«Nel fatto che in nessun Paese del mondo è mai successa una cosa del genere. Negli Stati Uniti, dove sanno bene che cos’è la mafia, la Commissione Kefauver era temporanea. La nostra, invece, è di fatto permanente».

Capito: la vorrebbe abolire.

«Capito male. Dico che dobbiamo riflettere sul suo ruolo e i suoi compiti. Magari anche andando a vedere di cosa si occupa».

Cioè?

«Cioè dobbiamo capire che da quel 1963 son passati 52 anni. Oggi, per dire, Cosa Nostra in Sicilia è nel più totale disarmo. Invece la ’ndrangheta divora territori e ricchezze al centronord. Tanto che Cosa Nostra americana fa affari coi calabresi. Non coi siciliani».

Per Pio La Torre, segretario regionale siculo del Pci ucciso nel 1982, la Commissione non doveva essere il ‘Giustiziere del re’…

«Sì, lo ricordavo sul Foglio. Quindi non dev’essere nemmeno giustiziere della Repubblica».

Che cosa avrebbe detto Sciascia?

«Lui, il radicale Leonardo Sciascia, e prima ancora consigliere comunale del Pci, avrebbe fulminato coi suoi scritti la Bindi».

Addirittura?

«Che volete farci: quando si parla di diritti individuali è impossibile scherzare».

Se no?

«Se no, succedono queste robe qui. Robe da far paura. Condannare senza sentire la controparte. Mah…».

(Macaluso sbarra gli occhi)

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