FORSE perché sta limando il suo ultimo romanzo, ambientato tra la Grande Guerra e l’assassinio Matteotti da parte dei sicari mussoliniani del 1924. Forse perché per lui la letteratura è passione antica, Riccardo Nencini, viceministro dei Trasporti e leader del Psi, cita Fiodor Michajłowicz Dostojewski: «I nemici si annusano e si sostengono a vicenda». Il riferimento è ai nuovi duellanti sul problema-migranti, monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, e Matteo Salvini, leader leghista. «Buonista il primo – continua – e populista il secondo. Due posizioni diverse. Ma non fanno farina».
La Chiesa deve farsi i fatti suoi?
«Messa così, mi pare un’affermazione un po’ schematica. Ma non ho cambiato idea sulla celebre definizione di ‘Libera Chiesa in libero Stato’. Certo buonismo è in contraddizione con le leggi italiane e non ha effetti pratici».
Beh, salvare vite umane non è poi così sbagliato.
«Certo. Comunque si parla di problemi che la politica deve risolvere. Non dico che la Chiesa non deve occuparsene. Ma esercitando il suo mestiere. Noi facciamo il nostro».
Che sarebbe?
«Seguire i valori guida di uno Stato laico: la Costituzione, le leggi e il diritto universale. La Carta dice che dobbiamo accogliere i profughi. Le leggi che i clandestini vanno riaccompagnati alle frontiere. Il diritto universale che vanno salvate le persone».
Allora è d’accordo con Salvini?
«Per carità! Nemmeno un po’. Ci sono principi universali che, chiunque viva in Italia, deve rispettare. C’è la parità di genere. Sono vietati matrimonio coatto, infibulazione, tribunale della Sharia. Mica poco… Il problema è che né Salvini né la Cei aiutano la legge italiana a fare il suo corso».
In molti, anche nel centrosinistra e fra atei, sostengono che, con Papa Francesco, tutto è cambiato.
«Questo Papa è diverso da Ratzinger: guarda più all’apostolato e meno alla dottrina, alla teologia. E negli ultimi tempi la Chiesa fa sentire assai più la sua presenza nelle questioni politiche. Credo che questa posizione non sia propriamente nelle corde di Papa Francesco».
A cosa si riferisce?
«Alle unioni civili. All’Imu nelle scuole… Tanto che sui divorziati il pontefice ha dimostrato grande attenzione».
Insomma, la Chiesa non può dire quel che vuole.
«Macché. Sui temi universali è giusto intervenga, ma rispetti le leggi italiane. Le leggi le fanno gli Stati».
Chiesa che comunque mantiene una marea di privilegi.
«A Roma il 25 per cento degli alberghi è di proprietà ecclesiale. Bene: devono pagare l’Imu. Punto».
Ma perché il governo è così imbarazzato con Galantino?
«Facciamo ogni giorno il nostro dovere salvando vite. Senza il nostro intervento – assai spesso in solitudine – i morti (2.500 nel 2015 su 250mila sbarchi nel Mediterraneo) sarebbero stati molti di più. Galantino dovrebbe strigliare l’Unione europea, assente sui grandi nodi di questo inizio di millennio».