Chiara Gianferrari, eletta in consiglio comunale a Parma tre anni fa per i grillini, ha annunciato, con una lettera, le proprie dimissioni da consigliere di maggioranza e, contestualmente, il suo abbandono della banda Grillo-Casaleggio-Di Maio etc. “Sono entrata – ha detto – per impegno e passione quando ancora in Italia non lo si conosceva. Eravamo pochi, non avevamo comuni, né parlamentari, ma gli ideali su cui il M5S si fondava erano chiarissimi e intoccabili”.

Ora, a parte la comicità sugli “ideali” dei grillini (allearsi con i Farange in Europa, seppellire di escrementi la mitica Livorno, dire le stesse cose dei leghisti e fare accordi con i magnifici democratici per non parlare di Gela e Quarto), il dato è chiaro: il comico (perseguitato da quel cattivone di Craxi, statista socialista, ma forse in pochi lo ricordano) perde pezzi. Il dramma è che ne acquista in voti. Nei sondaggi i pentastellati salgono. Come sale la Lega. Come “tiene” il Pd. Il tutto mentre quei bravi ragazzi che esportarono la democrazia mostrano interesse crescente per Donald Trump. Roba che, al confronto, Ronald Reagan, l’ultraliberista che armò i contras contro il legittimo governo sandinista, era un pivello. Che dire? Affidarsi all’Aldilà? Sarebbe interessante. Se esistesse. Richiamare Garibaldi, Secondari, Rosselli, Rossi (Ernesto)? Impossibile. Purtroppo. E’ dura. Ma occorre avere speranza: prima o poi un fiore di progresso germoglierà