Firenze in giallo

Avvertenze per il lettore: a) siete innamorati da una vita della stessa donna e non riuscite a togliervela dalla testa? b) siete convinti che il “poliziesco” sia un genere letterario adatto a raccontare la Storia senza annoiare? c) credete che il passato torni, inesorabile come la morte, per presentare il suo conto? d) amate Firenze, […]

Avvertenze per il lettore: a) siete innamorati da una vita della stessa donna e non riuscite a togliervela dalla testa? b) siete convinti che il “poliziesco” sia un genere letterario adatto a raccontare la Storia senza annoiare? c) credete che il passato torni, inesorabile come la morte, per presentare il suo conto? d) amate Firenze, ma siete costretti a starne lontani per passioni d’amore e obblighi di lavoro e ne rammentate ogni poco i tetti rossi, i fiumi, le immortali bellezze? e) fate del dubbio il vostro stile di vita?

Beh, se avete risposto «sì» a quasi tutte le domande, le opzioni sono due. O correte in libreria e comprate il nuovo romando di Leonardo Gori («Il ritorno del colonnello Arcieri», Tea, 14 euro) oppure lo ignorate volutamente. Perché il nostro Autore pennella da par suo tutte le tele sopra elencate. Ovvio: la trama è avvincente. Di più: probabilmente con questa prova Gori raggiunge le vette di «Nero di Maggio» (il romanzo che lo ha lanciato, anche se a chi scrive è piaciuto sopra tutti «I delitti del mondo nuovo») ed esalta le sue doti di narratore di spy story in un contesto storico delicatissimo come il Sessantotto e la strategia della tensione. Insomma, perdonateci la banalità, ma il «fra Cielo e Terra… etc etc.» è quantomai calzante per queste pagine. Da leggere. Senza se e senza ma.

Firenze Francesco Ghidetti leonardo gori