Fine del centrodestra?

DIMISSIONI. Irrevocabili? «Irrevocabili». Margini di ripensamento? «Nessuno». Stanco? «Macché». Arrabbiato? «Con me stesso». Maurizio Sacconi non è più il presidente dei senatori del Nuovo centrodestra. Dopo il voto sul Quirinale ha sbattuto la porta. Presidente, via anche dal partito? «Non ci penso proprio». Ora con Angelino Alfano nemmeno parlerà. «Ma assolutamente sì». Con quale obiettivo? […]

DIMISSIONI. Irrevocabili?

«Irrevocabili».

Margini di ripensamento?

«Nessuno».

Stanco?

«Macché».

Arrabbiato?

«Con me stesso».

Maurizio Sacconi non è più il presidente dei senatori del Nuovo centrodestra. Dopo il voto sul Quirinale ha sbattuto la porta.

Presidente, via anche dal partito?

«Non ci penso proprio».

Ora con Angelino Alfano nemmeno parlerà.

«Ma assolutamente sì».

Con quale obiettivo?

«Gli sono leale».

Vabbè, e poi?

«Aiutarlo proprio ora, nella difficoltà».

E politicamente?

«Non farò più il terzino sistemista del governo, mi adopererò per reagire al metodo Renzi».

Matteo il furbissimo.

«Pratica un metodo cinico né incolore né inodore. Ritiene che il rapporto con le aree politiche sia come una corsa in taxi».

Bella metafora. In concreto?

«Usa tutti per consolidarsi, ma…».

Ma?

«Ma dimentica che, per fortuna, in ogni area politica esistono convinzioni profonde che sono il prezzo da pagare per una corsa in taxi».

Parla della corsa al Quirinale?

«Anche. Per essa le prime avvisaglie si erano già viste il 24 dicembre. Con quella bozza del Jobs Act cambiata all’ultimo momento per unire il Pd e che ora potrebbe portare a una Fornero due».

Perché?

«Perché potrebbe con il terzo decreto introdurre rigidità in entrata certe dopo le flessibilità in uscita incerte del primo decreto».

Insomma, Renzi si butta a sinistra.

«Sembra piuttosto lavorare con una certa indifferenza ai contenuti».

Beh, il Pd non è così unito…

«Lui lo ha ricompattato anche al prezzo di cedimenti alla sinistra interna ed esterna».

Su che cosa può cedere?

«Su tante cose».

Le prime tre.

«Fisco, giustizia e lavoro, i capitoli della liberazione della vitalità italiana».

E le riforme costituzionali?

«Dovremo ripensare al Senato dei debitori – Regioni e Comuni – dotato di poteri».

Con Forza Italia che succederà?

«Dobbiamo darci la comune prospettiva di una lista unitaria dei liberalpopolari per andare al ballottaggio contro la sinistra unita di Renzi».

Però quella che vince è la Lega.

«La Lega di Salvini è un affare per Renzi perché inesorabilmente minoritaria».

Mentre Renzi…

«Mi sembra destinato a scegliere l’unità della sinistra con la conseguente cifra della conservazione di tutto ciò che blocca la vitalità italiana».

Lei era socialista…

«La mia era un’altra sinistra, liberale. Ho sempre combattuto contro la sinistra conservatrice e ideologizzata».

Per andare dove?

«Verso un Italia liberata dalla paura di regole incerte e incertamente applicate, flessibile e capace di crescere».