«RENZI il miglior comunicatore, ma solo perché gli altri sono peggio. Salvini? Cerca di rassicurare la gente dopo l’era del celodurismo. Berlusconi… Mah, fece cose che all’estero si facevano da decenni. E poi, la Boschi. La cui bellezza può essere un boomerang se non ci sta attenta». Non c’è che dire. L’analisi di Giovanna Cosenza, docente di semiotica tra le più note, sull’uso del corpo nella comunicazione politica, è impietosa.
Il maestro: Berlusconi nel 1994…
«Macché. Ho sempre contestato questa affermazione. E non da sola. In realtá il Cavaliere non ha fatto altro che introdurre alcune tecniche di comunicazione e marketing politico che in Europa e negli USA si usavano già da decenni. Lo ha fatto in ritardo, nei primi anni Novanta, appunto. Ma non inventò nulla di nuovo. Basti pensare a François Mitterrand in Francia nei primi anni Ottanta. La solita storia. Noi italiani arriviamo sempre in ritardo».
Vabbè, ciò non toglie che Silvio ha costruito le sue fortune su un uso spregiudicato della televisione.
«Certo. Ma da qui a farne un vero innovatore ce ne corre. Basti pensare alle figuracce che ha rimediato all’estero. Sin dall’inizio. Il che non vuol dire dargli addosso, ma più semplicemente, ammettere con serenitá che noi italiani siamo decisamente provinciali. Basta guardare i media in questi giorni. Solo con avvenimenti drammatici come Grecia, Cina o migranti la politica internazionale ha conquistato i primi piani».
Torniamo a casa nostra. Salvini nudo, sotto un lenzuolo con la cravatta verde. Esiste dietro questa modalità espressiva uno studio approfondito delle tecniche di comunicazione di massa?
«La parola “studio” applicata ai politici italiani mi pare decisamente esagerata, se non fuori luogo. Diciamo che Salvini ha mostrato una visione strategica interessante. Il suo obiettivo è chiaro: rassicurare gli elettori italiani. Quella pancia ostentata fa tanto “vicino di casa da cui nulla hai da temere”. La cravatta verde dice che leghista sono e leghista rimarrò, senza però nessun celodurismo alla Bossi. Il sorriso vuol mostrare un Carroccio sereno. E poi, come hanno detto e scritto anche le associazioni lesbo-trans-gay, si avverte che nella Lega di oggi l’omofobia è relegata in un angolo remoto, quasi non esiste più».
Ma Salvini è davvero l’anti Renzi?
«Di più. È l’unico vero anti Renzi. E poi c’è da sottolineare il famoso uso delle felpe. Notevole. Una diversa per ogni situazione. Nulla viene lasciato al caso. Per questo parlo di strategia e non di tattica. Ma ripeto, guai a parlare di “studio”».
E Renzi?
«Il migliore in Italia. Per ora imbattibile. Il che è tutto dire, perché in realtà non è un gran che. Dimostra lo stato della politica italiana. Renzi non è un campione. Ma non ha rivali. Però anche lui, specie sulla scena internazionale, resta marginale. Non conta. Come non contava Berlusconi che ci faceva fare figuracce incredibili».
Ma se torna D’Alema…
«… Renzi sarà ancor più forte. Non parlo in termini politici, ma di tecnica della comunicazione».
Beh, D’Alema sa parlare.
«Bisogna vedere a chi. D’Alema parla a un pubblico che non esiste più, è davvero fuori tempo massimo. Lo stile è vecchio, la gestualità anche. Poi l’ex premier sconta la freddezza troppo evidente, uno snobismo che piace a pochissimi. Inoltre, è fuori moda. Per lui è impresa titanica scrollarsi di dosso la questione della barca a vela. In tempi di antipolitica dilagante».
Renzi invece…
«È stato decisamente più bravo. Fa politica da quando aveva quindici anni eppure ha convinto moltissimi cittadini che lui è il nuovo che rottama. Una fiction».
Argomento delicato. Le donne. Dalla Bindi alla Boschi.
«Guardi, la bellezza non è un’arma vincente. Specie se non sai gestirla come non sanno gestirla le varie Boschi, Madia, Carfagna. Meglio Rosi Bindi allora, i cui limiti di comunicazione non stanno certo nell’aspetto fisico. La sua immagine è assimilabile a quella della Merkel, che però sa gestirla molto meglio e ha più successo. Anni fa anche Rosi Bindi era autorevole, sapeva farsi apprezzare presso un certo elettorato. Solo Berlusconi, il Berlusconi decaduto e decadente degli ultimi tempi, non lo ha capito con la nota fraseologia volgare e insultante. Ripeto, non do nessun giudizio politico. Parlo da tecnica».