Esma

Esma. Un nome che a Buenos Aires fa ancora venire i brividi. Esma, il campo di concentramento segreto dove veniva torturato chi si opponeva alla dittatura argentina (1976-1983). C’erano donne incinte fatte partorire per poi strappare loro i figli. C’erano giovani cui bruciavano i testicoli coi mozziconi di sigaretta. Molto diffusa era la “parrilla”, il […]

Esma. Un nome che a Buenos Aires fa ancora venire i brividi. Esma, il campo di concentramento segreto dove veniva torturato chi si opponeva alla dittatura argentina (1976-1983). C’erano donne incinte fatte partorire per poi strappare loro i figli. C’erano giovani cui bruciavano i testicoli coi mozziconi di sigaretta. Molto diffusa era la “parrilla”, il letto rovente dove facevano sdraiare la vittima di turno. Oppure le stanze dove non ti facevano dormire, ma solo sentire le urla di altri innocenti che venivano torturati. Le schifezze erano molte altre. Tanti preferirono ingoiare cianuro per non cedere. Tanti morirono per infarto.

L’apertura degli archivi statunitensi e vaticani (se Washington e Oltretevere manterranno le promesse) dovrebbe permettere di capire chi assisteva a questi interrogatori. Pare (pare) che, negli “affari interni”, i boia argentini, cileni e uruguaiani non volessero intrusi. E pare che gli statunitensi non avessero mandato “consiglieri”. Per capirsi, come quelli che aiutavano i contras, cioè i killer antisandinisti. Vedremo, comunque. L’importante è non dimenticare e sperare che la desecretazione avvenga prima possibile.

 

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