Erri De Luca

«FIGURIAMOCI. È ovvio che sono contento che Erri De Luca sia stato assolto. Doveva essere assolto. Ma il problema non è questo…». Per Giuliano Ferrara, fondatore del ‘Foglio’, già ministro nel primo governo Berlusconi, grande appassionato di politica e molto altro ancora, l’‘affaire-De Luca’ ha avuto l’esito che doveva avere. Ma non si ferma qui. […]

«FIGURIAMOCI. È ovvio che sono contento che Erri De Luca sia stato assolto. Doveva essere assolto. Ma il problema non è questo…».

Per Giuliano Ferrara, fondatore del ‘Foglio’, già ministro nel primo governo Berlusconi, grande appassionato di politica e molto altro ancora, l’‘affaire-De Luca’ ha avuto l’esito che doveva avere. Ma non si ferma qui.

Ferrara, qualcosa non la convince?

«Direi che è stato fatto molto rumore. Molto inutile rumore. Viviamo tempi di crisi, estremamente difficili. Non abbiamo bisogno di frivolezze alla Erri De Luca».

Beh, lui è molto serio.

«Mah… veramente a me viene da ridere quando esalta la ‘parola contraria’. O quando dice che lo vogliono colpire perché scrittore di un certo tipo».

Quale tipo?

«Un guru».

Molto popolare…

«Certo. È una star tra i vegani, un certo tipo di ecologisti, tra chi, nel movimento No Tav, ha una visione mistica della propria terra…».

Insomma, dà battaglia.

«In modo conformista e non laico. Usa parole per accarezzare nel suo verso certa società di oggi».

Lei ha scritto in un tweet: «Otto mesi mi sembra giusto. Erri De Luca non merita di più. #istigazioneaesserestupidi»…

«Era un modo scherzoso per accontentarlo visto che cercava il martirio. Invece è stato assolto. E io ne sono felice, ripeto».

Pare sia intervenuta anche la Francia.

«Con i socialisti francesi che usano, pure loro, parole di un conformismo impressionante. Diciamo la verità: abbiamo assistito a un libertarismo vacuo, che fa ridere o piangere a seconda dei casi».

Molti hanno dipinto De Luca come un «cattivo maestro».

(ride di gusto) «Ma andiamo! Le parole dello scrittore sono state irrilevanti. Come se i violenti aspettassero lui per far casino in Valle…» (ride ancora).

I cattivi maestri sono spesso stati sottovalutati.

«Se il riferimento è a Toni Negri, devo dire che, in confronto, era un gigante. Un vero cattivo maestro. Che si sporcava le mani con la notte dei fuochi in Veneto. Che portava sulle spalle un bagaglio culturale forte: citava Spinoza. De Luca invece dice ‘magnate crudo’, i suoi discorsi son banali e conformisti».

Anche il garantista per eccellenza Marco Pannella non pare interessatissimo alla questione.

«Non mi meraviglia. Pannella sa benissimo che si tratta di un gioco di ruolo. Con protagonista la camarilla degli scrittori ‘progressisti’. Si tratta di commediole leggere».

In Francia la dottrina Mitterrand…

«No, abbia pazienza. La dottrina non c’entra nulla. E nemmeno la Francia. Al massimo De Luca, a Parigi, si sarebbe seduto in un bistrot in compagnia di amici».

Di penna si può ferire.

«La penna di Erri De Luca è d’oca. E intinge in un calamaio barocco».

Ma a lei piace lo scrittore De Luca?

«Come diceva uno che di letteratura se ne intendeva, Giorgio Manganelli, ‘non l’ho letto e non mi piace’».

Comunque è contento per l’assoluzione.

«Felice».

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