SIETE tristi perché lei/lui, dopo magari decenni di felice (almeno così pareva) matrimonio, vi ha detto: «Caro/a, ti voglio bene, ma mi sono innamorato di un altro/a e perciò restiamo amici»?

AVETE spento l’ennesima sigaretta dicendo «Ora basta» e dopo mezz’ora ne accendete un’altra (un po’ alla Svevo, per capirsi?)?

VOLETE diventare scrittori, ma il foglio bianco vi fa tremendamente paura perché non sapete che cosa raccontare? Insomma, vi sentite «non tanto per la quale»? Abbiamo la cura per voi. Al bando ansiolitici, pulsioni autodistruttive, medici della mutua e costosi quanto inutili psicanalisti. Andate in libreria (anche se soffrite di agorafobia e solo l’idea di attraversare la strada vi provoca una crisi di panico). Comprate il saggio-dizionario di Ella Berthoud e Susan Elderkin edito da Sellerio (pag. 637, euro 18) e leggetelo con attenzione. Magari prendetevi delle ferie, ritiratevi in campagna o in una pensioncina al mare vuota perché è inverno, ma leggetelo dalla prima all’ultima riga. Vi divertirete e troverete molte soluzioni ai vostri mali. Il libro, infatti, si intitola Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno e insegna a superare i (moltissimi) affanni della vita con grazia e leggerezza. O, quantomeno, a limitare i danni.

E COSI’, se siete stati traditi o mollati dal partner quando meno ve lo aspettavate o ve lo meritavate correte subito — il bello di queste pagine è che si possono leggere anche saltabeccando qua e là — alla voce Adulterio. Un poker di romanzi vi rimetteranno in sesto: l’ovvio Madame Bovary di Gustave Flaubert; l’atrettanto ovvia ma immortale Anna Karenina di Lev Tolstoj; il Non vale la pena di John Coates; L’estate senza uomini di Siri Hustved. Vi accorgerete che, in fondo, non siete gli unici. Che il vostro è un dramma vissuto da tutti (o quasi) e che, va là, forse non era ’sto grande amore.

E SE NON VI BASTA, correte alla voce Rabbia. C’è Ernest Hemingway che vi aspetta con un classico che più classico non si può: Il vecchio e il mare «perché — scrivono le autrici — anche dopo ottantaquattro giorni consecutivi in cui esce con la barca senza prendere un solo pesce, il vecchio è comunque allegro e indomito».

Insomma, divertitevi e guarirete. In fondo, la letteratura serve a questo, serve a capire e, appunto, a schivare le pallonate.

PS. Il libro è curato da Fabio Stassi, già finalista al Campiello 2013. Che aggiunge (più o meno a proposito, se ne può discutere) voci e autori al testo delle due autrici. E che, quindi, è autore anch’esso. Magari – opinione personalissima – meritava che il suo nome apparisse in copertina.

Buona letteratura  a tutti