Cosmpolitismo

Matteo Orfini (presidente Pd e commissario del partito romano) pone un problema davvero degno di nota. Allora: a Roma “le ragioni di una divisione in realtà non esistono. Sono ragioni di politica nazionale. Tant’è vero che a portarle avanti sono non romani: Fassina è di Nettuno, Fratoianni è toscano, D’Attorre salernitano”. Insomma, una questione etnica. […]

Matteo Orfini (presidente Pd e commissario del partito romano) pone un problema davvero degno di nota. Allora: a Roma “le ragioni di una divisione in realtà non esistono. Sono ragioni di politica nazionale. Tant’è vero che a portarle avanti sono non romani: Fassina è di Nettuno, Fratoianni è toscano, D’Attorre salernitano”. Insomma, una questione etnica. Tant’è vero che lui, l’ex dalemiano, fa parte di un partito che ha voluto Ignazio Marino. Genovese. E fa parte di un partito erede del Pci. Che elesse, anno 1976, Giulio Carlo Argan. Torinese. O Luigi Petroselli. Viterbese. O, ancora, Ugo Vetere. Reggino. Agli inizi del Novecento, primo cittadino della Capitale fu Ernesto Nathan. Londinese. L’ex dalemiano fu brillante studente di un liceo classico intitolato al pesarese Terenzio Mamiani.

Ah, che rabbia questo cosmopolitismo!

 

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