In un bel saggio, scritto con prosa piana e divertente, Gian Biagio Furiozzi racconta la vita di Garibaldi (editore Morlacchi). Avrò modo di parlarne diffusamente. Intanto, vorrei solo darvi una gustosa anticipazione a proposito delle idee politiche del Nostro, spesso trascurato sotto questo aspetto. Così come è stata sovente messa in secondo piano la sua straordinaria esperienza parlamentare.

Con chi stava, dunque, l’Eroe? Furiozzi fa una rapida carrellata del parere di molti studiosi.

Per Roberto Michels era un “socialista evangelico”

Per Letterio Briguglio “un socialista umanitario”

Per Alfondo Scirocco un uomo “genuinamente aperto alla questione sociale”

Per Lugi Bulferetti “né socialista, né antisocialista, ma democratico repubblicano”

Per Franco Della Peruta e Alessandro Galante Garrone un “democratico liberale”

Giorgio Spini attribuisce a Garibaldi un doppio contributo al movimento socialista: “il prestigio della sua adesione” e il decisivo apporto di tanti quadri dirigenti. La maggioranza dei garibaldini, infatti, aderì al socialismo dopo un rapidissimo passaggio nell’anarchismo. Poi, ovviamente, vi furono personaggi come Francesco Crispi che, dopo una gioventù all’insegna dei grandi ideali di fratellanza tra i popoli, si annidò nelle fila della reazione colonialista conducendo l’Italia a una serie di indecenti umiliazioni. Ma Crispi era un’eccezione, se si parla di siciliani: è interessante notare come, nelle sedi dei mitici Fasci di fine Ottocento, vi fossero attaccati i ritratti di Mazzini e Garibaldi.

Infine, una divertente curiosità. Uno storico di chiara fama, Aldo Romano, riteneva che, in politica, Garibaldi fosse nient’altro che un… “confusionario”. Vabbè, anche i grandi pigliano abbagli…