Renzi stravince e passa all’incasso sulla nuova legge elettorale. Dopo il Jobs Act ha raso al suolo i cosiddetti ribelli della cosiddetta sinistra interna. E quindi i modi possono anche cambiare. Abbiamo, insomma, un premier ‘ecumenico’. Che abbraccia, ricambiato, Romano Prodi. Che tende la mano a Gianni Cuperlo. Che dialoga fitto fitto con gli insegnanti. Perché Renzi sa bene che una cosa è andare avanti costi quel che costi, ma guai, di questi tempi, scoprirsi sul fianco sinistro. E quindi, toni bassi, sorrisi per (quasi) tutti e tentativo di riunire le diverse anime. Non tralasciando di riempire nuovamente l’agenda di governo di contenuti altri e abbandonando quella cifra stilistica che lo ha esposto ad accuse di decisionismo esasperato. Meglio, dunque, un piccolo ma significativo cambiamento di verso. Meglio: di tono.