Biciministro

«MA COM’È BELLO andare in giro con le ali sotto ai piedi…». Vabbè, la canzone-cult dei Lunapop si riferisce alla Vespa e narra dei Colli bolognesi. Eppure, vien da fischiettarla come colonna sonora per il primo giorno da ministro di Graziano Delrio. Il quale, fresco di taglio di capelli (doveva presentarsi in ordine e ben […]

«MA COM’È BELLO andare in giro con le ali sotto ai piedi…». Vabbè, la canzone-cult dei Lunapop si riferisce alla Vespa e narra dei Colli bolognesi. Eppure, vien da fischiettarla come colonna sonora per il primo giorno da ministro di Graziano Delrio. Il quale, fresco di taglio di capelli (doveva presentarsi in ordine e ben pettinato dal capo dello Stato Sergio Mattarella), si palesa al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Porta Pia in sella a una bici regalatagli dal sindaco di Roma Ignazio Marino (altro appassionato dei due pedali). Il colpo mediatico è accompagnato da una dichiarazione che fa tanto tendenza: «Piedi e bici sono due mezzi eccezionali per la città». E vai. Ovviamente, l’impresa viene subito adeguatamente testimoniata da foto su Twitter.

LA GALLERY ci mostra un Delrio molto ‘easy’. A briglia sciolta. Come quando pedala senza mani. Oppure quando va in contromano. Insomma, l’evento dell’insediamento va corredato con modalità ‘pop’. E che cosa c’è di meglio del mezzo ecologico per eccellenza? A dire il vero, Roma non è propriamente la città più adatta per gli appassionati di bici. Vuoi per le distanze, vuoi per lo smog, vuoi per la scarsezza delle piste ciclabili. Ma il messaggio ciclistico ha ben altri fini. Politico-mediatici. Anche se il rapporto del neo responsabile del dicastero di Porta Pia – a due passi dove, a piedi…, entrarono i bersaglieri per liberare Roma dal papa il 20 settembre 1870 – con la bicicletta non è sempre stato dei più fortunati. Narrano infatti che nella sua città natale, l’allora sindaco si fece rubare la bicicletta proprio sotto il Comune. E, «sempre a Reggio Emilia – racconta uno dei suoi ridendo – va detto che le bici possono andare contromano. Non per giustificarlo, eh…».

Sia quel che sia, Delrio poi si veste di panni severi. Ovviamente dichiara che «siamo già al lavoro da alcune ore». E, altrettanto ovviamente, dichiara che passerà la Pasqua in famiglia (essenziale per uno che ha nove figli ed è cattolico) e fa gli auguri a tutti.

C’È DA DIRE che, sulla nuova scrivania, i dossier aperti non sono di poco spessore, sia in senso pratico che metaforico. Si va dalla corruzione (con l’approvazione del disegno di legge delega per la riforma del Codice degli appalti il cui testo è fermo al Senato) ai lavori pubblici (con la riforma della legge obiettivo e il nuovo statuto delle infrastrutture) ai trasporti, capitolo delicatissimo che comprende, tra l’altro, la privatizzazione di Ferrovie dello Stato. A proposito di corruzione, ieri si è avuta conferma che la struttura tecnica resterà al ministero. Sostiene Delrio: «Con Cantone ci siamo sempre tenuti in contatto e continueremo. Mercoledì ci vedremo».

Diciamola tutta: Delrio avrà molto da pedalare. Di certo, vista la delicatezza dei temi da affrontare, la velocità sarà fattore decisivo. Meglio con le mani ben attaccate a un volante. Perché il tempo stringe. E ci vuole il turbo.

delrio Roma