In questo blog prevale la letteratura. Con tanticchia di politica. Oggi, causa l’anzianità incipiente, mi sono alzato prestissimo e ho cominciato a divorare giornali come sempre. Noto un intervistone a Massimo D’Alema, per anni amico caro dei Clinton e dei Blair (quindi non di pericolosi comunisti, diciamo). E leggo: “La crisi di oggi ha radici nella debolezza della politica e dell’azione pubblica, sia a livello europeo che a livello nazionale”.

Ho cominciato a sudare freddo… Ma dai, vuoi vedere che anche nel Pd c’è qualcuno che… No, non è possibile.
Poi, ho proseguito: “E non si può uscirne (dalla crisi ndr) senza politiche in grado di promuovere gli investimenti, anche pubblici” (meravigliosa la concessione dell'”anche”).

E non è finita: “Altro che meno Stato”.

M’è presa la tremarella. Vuoi vedere che anche lui ha capito qualcosa? Sembra impossibile, ma è così. Pare. Col Pd non c’è mai da esser sicuri, essendo un partito un po’ così. Di cui si fa fatica a comprendere la ragione sociale. Diciamo