Due squalificati in Fortitudo, uno nel Godo e un altro nel Parma. Il tutto a due turni dalla fine della regular season del campionato Ibl di baseball. Spero di non aver perso qualche squalificato per strada. Non ho dati statistici sotto mano, però mi sembrano davvero tanti in un campionato, quello italiano, abbastanza corretto e tranquillo. Inutile, a questo punto, lanciare accuse o cercare colpevoli. Esistono da sempre dei regolamenti che vanno applicati. Ma esiste, crediamo, un regolamento non scritto che si chiama buon senso.
Gli arbitri facciano gli arbitri. I giocatori si comportino da atleti e i manager facciano lo stesso. Con una distinzione di base. Senza arbitri non si può giocare. Ma senza giocatori la gente, i tifosi, gli appassionati, restano a casa e lo sport, qualsiasi sport, muore. Rubiamo una massima da un grandissimo dello sport, Dan Peterson. Una vita fa, ci è rimasto impresso, quando faceva portò per la prima volta la Nba in Italia, il piccolo-grande Dan disse una frase che più o meno suonava così: “L’arbitro più bravo è quello che non si vede”. La spiegazione forse era addirittura migliore. Non si tratta di ingoiare il fischietto, né di sparire di scena. ma dei commenti post-partita. Più i tifosi e gli appassionati parlano di azioni spettacolari e più gli arbitri sono stati bravi. Se per un’ora, un giorno o una settimana si parla di un determinato caso contestato (al di là delle moviole e dei rallenty) significa che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Stesso discorso nel baseball: lo sport va, cresce, migliora se ci sono i campioni. E se i campioni possono giocare, regalare spettacolo e dare un saggio del loro talento.
Se ai campioni, qualche volta, scappa qualche parolina di troppo, l’arbitro migliore dovrebbe far finta di nulla, girarsi dall’altra parte. Un’imprecazione, un’espressione poco felice, può scappare a chiunque (diverso, ovviamente, sarebbe il caso in cui il giocatore passasse dalle parole ai fatti…). In campo, vorremmo sempre vedere squadre al completo, perché ci sono già gli infortuni e gli acciacchi a obbligarci ad assistere a spettacoli in tono minore.
E allora? Massimo rispetto per arbitri e giocatori. Ma, ricordiamo a tutti, anche agli stessi arbitri, che in campo, per giocare, dovrebbero andarci gli atleti. E l’arbitro che diventa protagonista e finisce al centro dell’attenzione – Dan Peterson docet – non è un buon giudice.
Meditiamo gente, meditiamo.