Gli scettici diranno che non contava nulla. E che se la Spagna avesse dovuto vincere per staccare un pass per le prime otto non avrebbe depauperato in così pochi minuti un vantaggio importante di undici lunghezze.

Tutto vero, verissimo. Però l’Italia, in rimonta, con cuore e carattere, batte la Spagna agli Europei. Sesta vittoria degli azzurri in otto gare. Sesta vittoria per un gruppo, non dimentichiamolo mai, che è privo di sei elementi. In ordine sparso gli infortunati e acciaccati sono Stefano Mancinelli, Andrea Bargnani, Danilo Gallinari, Daniel Hackett, Achille Polonara e Angelo Gigli.

Senza sei elementi di questo spessore l’Italia è tra le prime otto (lo era anche prima del confronto con la Spagna) ed è stata capace di battere la Spagna in rimonta. Che forse alla fine è stata un po’ morbida. Però è anche vero il contrario. Ovvero che proprio l’Italia, nel primo quarto, aveva accumulato un divario di dodici lunghezze. E se provassimo a sostenere che dopo questo vantaggio sia stata proprio l’Italia a essere troppo morbida?

Disquisizioni che lasciano il tempo che trovano: a noi piace sottolineare che l’Italia abbia vinto, e pure bene, anche per onorare la memoria di Matteo Bertolazzi, portato via troppo presto per una leucemia che non gli ha dato scampo. Vincere per uno del mondo dei canestri. Vincere per dimostrare di essere un gruppo che quando gioca con continuità può farlo alla pari con chiunque. Anche se l’avversario è sulla carta, e non solo sulla carta, superiore.

Abbiamo ritrovato Gentile, abbiamo visto, soprattutto, un’Italia che contro il monumentale Gasol (il miglior centro dell’Europeo) alla fine ha vinto la lotta a rimbalzo. La dimostrazione che al di là del gap fisico e della differenza di valori, nella pallacanestro volere è potere. Giovedì ci tocca la Lituania. Perché non continuare a sognare? Andando avanti, tra l’altro, l’Italia riproverebbe un brivido Mondiale. Vi sembra un’emozione da poco?