Tre Coppe dei Campioni in quattro anni. E ancora lo scudetto del 2009 e le Coppe Italia del 2008, 2010 e 2012. Sette trofei dal 2008 a oggi. Sette trofei che portano la firma di Marco Nanni, il manager cresciuto in Fortitudo come giocatore prima e poi come spalla di Mazzotti. Poi la partenza di Mazzotti e la scelta più semplice nel segno della continuità e della tradizione (valori cari alla Fortitudo Unipol Bologna): un gruppo affidato a Marco Nanni.

Semplice, lineare, ottimista e grintoso. Sono tanti gli aggettivi che possono essere accostati al manager che, anche Marco Mazzieri, il ct della Nazionale italiana, ha voluto al suo fianco. Sicuramente Marco (Nanni) è un uomo Fortitudo che ha respirato certe atmosfere e un senso di appartenenza (per certi versi unico) dagli anni Ottanta in poi.

Un senso di appartenenza a un gruppo e a un’identità che solo in Fortitudo e in poche altre piazze sono in grado di sviluppare.  A questo bagaglio iniziale Marco (sempre Nanni) ci ha aggiunto qualcosa preso da Mazzotti e forse, da un altro Marco (Mazzieri). Mescolando il tutto è venuto fuori una miscela esplosiva: quella di un gruppo che in campo riesce anche a divertirsi. Quella di un gruppo che non si arrende mai. Intendiamoci: sicuramente Marco Nanni ha anche qualche difetto (diversamente sarebbe Superman), ma ha la forza-umiltà di restare sempre aggiornato. Di guardarsi attorno. Di circondarsi di consiglieri sui quali crede ciecamente (Mario Labastidas, Roberto Radaelli e Fabio Betto) e di puntare su giovani.

Anzi, di vedere lontano in questo senso. Dalle scelte di Panerati e Vaglio, da quella di Malengo, alla fiducia accordata al “bambino” cresciuto (e cresciuto bene) in casa, Andrea D’Amico. Non solo giovani, ma anche elementi esperti e affidabili, apprezzati mille volte da avversari. Gabriele Ermini e Luca Bischeri per esempio. Elementi che come lui vivono di baseball e in campo non mollano mai. Possono cadere, com’è nella natura delle cose (non esiste in natura la formazione perfetta e imbattibile), ma si rialzano sempre, fiduciosi, anzi, sicuri, di superare l’ostacolo successivo. Perché questa è la Fortitudo Baseball, questo è Marco Nanni, mister Europa.

Ps avevamo lasciato vuoto il capitolo difetti. Ecco, forse la Fortitudo a volte non è sufficientemente cattiva. Non chiude la partita quando potrebbe farlo. Ma anche questo è un aspetto sul quale tanto il club quanto il manager stanno lavorando. E vedrete che presto, anche questa lacuna sarà colmata.