Martina, sempre lei: direttamente nella leggenda

Commentare una medaglia d’oro è il massimo. Stavolta, però, il massimo è qualche cosa di più. Perché la medaglia d’oro della venticinque chilometri di fondo, a Barcellona, finisce al collo di un’atleta italiana, di una ragazza di Bologna. E, consentitemelo, di un’amica, conosciuta telefonicamente nel 2008, dopo la sua prova ai Giochi e, nel corso […]

Commentare una medaglia d’oro è il massimo. Stavolta, però, il massimo è qualche cosa di più. Perché la medaglia d’oro della venticinque chilometri di fondo, a Barcellona, finisce al collo di un’atleta italiana, di una ragazza di Bologna. E, consentitemelo, di un’amica, conosciuta telefonicamente nel 2008, dopo la sua prova ai Giochi e, nel corso degli anni, sempre più apprezzata e ammirata.

Ma queste sono altre storie, storie di un “povero blogger” in questo momento emozionato e forse un po’ commosso. La protagonista di questa Storia, sì, con la S maiuscola, si chiama Martina Grimaldi, ha 24 anni e, dal 2009 in poi, ha sempre regalato brividi e medaglie all’Italia. C’è un coprotagonista in questa storia, si chiama Fabio Cuzzani ed è l’allenatore di Martina. Non era facile, per loro due, rialzarsi. Non era facile perché da Martina ci si aspetta sempre il massimo. Anzi, qualcosa di più, una medaglia. E dopo il settimo posto nella cinque chilometri e il dodicesimo nella dieci Martina sembrava sul punto di crollare.

A un “lettore distratto”, però, perché pur non avendo vinto medaglie, Martina era lì, a ridosso delle prime. Tra le prime, ma non primissima.

Per la logica (spesso assurda) della mentalità italiana, quello di Martina poteva essere un flop. Per tutti, ma non per lei e Fabio. Martedì erano a terra: si sono guardati negli occhi, hanno capito di aver perduto una battaglia (può succedere, anche ai migliori), ma non la guerra.

Così si sono rimessi in gioco, senza paura. Sì perché in fondo un po’ di paura poteva esserci perché la venticinque chilometri è sempre stata, tradizionalmente, una prova maledetta per Martina.

Di più: tra le tre gare era quella che aveva preparato meno. Però Martina dentro ha qualcosa che altri non hanno. Ha il cuore, la testa, le gambe. Ha quel qualcosa che non si impara, se non soffrendo, giorno dopo giorno, in acqua. E se uno sa soffrire poi si rialza.

Tutti in piedi per applaudire Martina Grimaldi: la regina è tornata. E per dire grazie anche alla testardaggine del suo allenatore, Fabio Cuzzani, che in questi giorni, da martedì sera a oggi, ha lavorato psicologicamente per ricaricare le batterie di Martina.

E i risultati – e che risultati – sono arrivati: semplicemente bravissimi.