Si può essere campioni in tanti modi. C’è quello classico e, forse più difficile, vincere sempre. Ce n’è un altro, però, ancora più duro: accettando la sconfitta, riconoscendo i propri errori e i meriti degli avversari. Ecco perché il dodicesimo posto di Martina Grimaldi, nella dieci chilometri di fondo, assume ancora un valore maggiore.
Sia chiaro: le aspettative, come dice la stessa Martina, erano diverse. Ci aveva abituato bene dai Mondiali del 2009 di Roma in poi. Sempre sul podio: bronzo a Roma, oro un anno più tardi. E ancora argento nel 2011, campionessa d’Europa nel 2012 e bronzo ai Giochi Olimpici di Londra. Non sono tanti quelli che, negli ultimi tempi, abbiano messo insieme un bottino così cospicuo.
Il dodicesimo posto è lontano dalle sue corde, però Martina lo accetta e non accampa scuse.
I grandi campioni sono quelli che sanno anche cadere, accettando signorilmente il verdetto del campo o dell’acqua, applaudendo l’avversario (sembra strano, ma nello sport ci sono anche loro…) che almeno una volta è andato più forte.
Ecco perché questo dodicesimo posto, ci regala una Martina paradossalmente più grande. “Non si finisce mai di imparare, il mondo non finisce certo oggi”, le parole della ragazza acqua e sapone che, cresciuta alla Bolognina, ha saputo conquistare il mondo.
Ecco perché ci piacerebbe vederla in acqua già sabato, nella maratona, nella venticinque chilometri che sicuramente non è la sua prova preferita. Ma vederla subito in acqua, dando anche battaglia (sportivamente s’intende) sarebbe il segnale più bello che Martina Grimaldi potrebbe dare allo sport italiano e a quanti amano davvero lo sport,