Marco Nanni, un valore aggiunto per la Fortitudo UnipolSai

Miglior manager del 2014. L’ultimo (ma solo in ordine di tempo) riconoscimento per Marco Nanni ci fa capire una cosa: che il Nano è un valore aggiunto della Fortitudo UnipolSai Bologna. Usiamo il plurale, coinvolgendo anche noi, anche se, una volta tanto, potremmo dire che abbiamo sempre creduto in Marco Nanni e nelle sue capacità. […]

Miglior manager del 2014. L’ultimo (ma solo in ordine di tempo) riconoscimento per Marco Nanni ci fa capire una cosa: che il Nano è un valore aggiunto della Fortitudo UnipolSai Bologna. Usiamo il plurale, coinvolgendo anche noi, anche se, una volta tanto, potremmo dire che abbiamo sempre creduto in Marco Nanni e nelle sue capacità. Anche quando, magari, le cose non andavano benissimo.

Perché sottolineare questo aspetto? Perché in Italia si è soliti dire che ci sono 60 milioni di commissari tecnici. Ora il baseball – purtroppo o per fortuna, decidete voi, lasciamo il libero arbitrio – non ha la stessa diffusione del calcio. Ma lo sport è tutto sommato uguale a tutti i livelli e ognuno (anche in questo caso purtroppo o per fortuna, decidete voi) si sente in diritto e in dovere di criticare. Di rivoluzionare le formazioni, di puntare su scelte offensive o difensive differenti. Di discutere, insomma, le decisioni di un manager.

Il premio consegnato a Nanni, che ne certifica la grandezza, non significa che Marco non sbagli mai. Perché per non sbagliare mai, crediamo, non bisognerebbe fare nulla. Ma non facendo nulla, lo sport (o il mondo, fate voi) non andrebbe avanti.

Nanni ha ridotto al minimo gli errori ma, crediamo, la sua grandezza sta anche in altri aspetti. Ricordando, per esempio, il modo di condurre le gare del suo predecessore, Mazzotti. Più appariscente, forse più duro. Per questo, nelle prime stagioni, quando la Fortitudo pur restando ai vertici non vinceva, faceva storcere la bocca. Per questo, anche oggi, quando vince, c’è chi si sente in dovere di discutere, di mettere a nudo le sue decisioni.

Sia chiaro: non vogliamo negare il diritto di critica a nessuno (perché altrimenti ci faremo del male da soli). Vogliamo, semmai, rivendicare il dovere, da parte di tutti, di usare il buon senso, la ragione.

Che sono poi le qualità, in questi anni, che hanno fatto di Marco il numero uno di questo momento.

Non si piange addosso, Marco. Non piange se la società gli mette a disposizione uno straniero in meno. Però discute, cerca di diffondere le proprie idee e, così facendo, costruisce un gruppo vero.

Non solo: vince un premio individuale, ma lo condivide con il suo staff. La grandezza di un atleta o di un tecnico, non sta solo nelle qualità individuali. Ma nella capacità, soprattutto in uno sport di squadra (ancorché anomalo come il baseball, soprattutto quando una squadra è in attacco), di fidarsi dei compagni. Di alzarne il valore. Marco vince un premio individuale, ma condivide gli onori con il suo staff. Uno staff sempre più allargato, senza gelosie, con personaggi che hanno fatto la storia della Fortitudo sul diamante e continuano a farla oggi, pur avendo appeso il guantone al chiodo.

E non crediate che parlrea di buon senso e di ragione sia un modo per sminuire il valore di Marco Nanni. Al contrario, sono aspetti che lo esaltano. Perché buon senso e ragione sono, in fondo, cose semplici. Ma così semplici che ormai nessuno, per pudore o per vergogna, usa più. Marco Nanni no: tira dritto per la sua strada, con le sue ricette fatte di tecnica, esperienza e tanto buon senso. Con la sua passione e il suo entusiasmo. Che talvolta vengono messi a dura prova. Ma resiste. E resistendo, in questi anni, è stato capace di mettere insieme un gruppo davvero vincente. Sicuramente non è da solo perché non si possono nemmeno trascurare le funzioni e i ruoli di Christian Mura e del presidente Stefano Michelini (non ce ne vogliano i radiocronisti di oggi, ma il suo modo di raccontare il baseball, dalle frequenze di una vecchia radio Nettuno con la quale abbiamo collaborato una vita fa, resta inarrivabile) e perché il gruppo che ha tra le mani è davvero bello.

Ma Marco Nanni fa rendere tutti di più. Vincendo ci ha persino costretto a dare più attenzione al baseball. Un valore aggiunto, Marco Nanni. Da ricordarsi anche quando le cose, magari, andranno meno bene (ci sta, nei cicli dello sport). Un valore aggiunto per inseguire un sogno chiamato scudetto. Che sarebbe quello della stella. Ma in attesa del “play-ball”, solo poche parole: tutti in piedi per applaudire il miglior manager. Marco Nanni, ovviamente,

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