I tifosi del Milan che hanno meno di trent’anni negli occhi e nella mente hanno solo le sgroppate, sulla sinistra, di Paolo Maldini. Al massimo Chicco Evani (nato come terzino sinistro e impostato poi come laterale offensivo da Arrigo Sacchi) o Serginho. Però, in attesa di trovare un degno erede sulla fascia degno di Paolo Maldini è giusto rendere omaggio a un suo illlustre predecessore, scomparso troppo presto, a 58 anni. Aldo Maldera del Milan è stato anche il capitano, l’anima di una squadra che, nel 1978/79, ha tutto o quasi per vincere lo scudetto tranne una punta in grado di garantire una ventina di gol. Il compianto Stefano Chiodi si ferma a quota 7 (sei dei quali su rigore, uno solo su azione, colpo di testa in un Milan-Catanzaro terminato sul 4-0) e allora il Barone Liedholm comprende che deve inventarsi qualcosa. Dodici gol li realizza Albertino Bibi Bigon, che punta vera è stata solo in giovane età. Mentre dalla sinistra, come una furia, spunta Aldo Maldera, il terzino sinistro che, spesso e volentieri, si trasforma in una vera e propria ala. E infatti Aldo Maldera, stella rossonera come è ribattezzato in quegli anni, corre e, sfruttando un feeling naturale con Gianni Rivera, tira. Tira e segna. Un gol contro la Roma, un altro contro l’Atalanta. Nove reti, nove avversarie diverse: Inter, Vicenza, Bologna, Lazio, Ascoli, Fiorentina e Catanzaro.
Segna con una facilità straordinaria ed entra nella mente dei tifosi. Soprattutto quelli rossoneri che gli devono anche la Coppa Italia della stagione 1976/77. Pippo Marchioro se n’è andato: il vecchio e burbero Rocco sa tirarne fuori il meglio. In un San Siro (il terzo anello non c’è ancora) stracolmo il Milan supera l’Inter (gara d’addio per il grande Sandrino Mazzola) per 2 a 0. Prima rete di Aldo Maldera, poi sigillo finale del “cavallone” Braglia.
Nazionale azzurro fino alla vigilia dei Mondiali di Argentina 1978, Aldo viene soppiantato dal più giovane Antonio Cabrini, restando comunque nell’orbita azzurra.
Al Milan fino al 1982 passa poi alla Roma, seguendo il maestro Liedholm e vincendo un altro scudetto. Chiude la carriera nella Fiorentina.
Noto ai più come Maldera III (perché terzo di fratelli che giocano al calcio) milita, giovanissimo, anche nel Bologna (stagione 1972/73). Nato nel 1953 e ci ha lasciato presto, troppo presto. Per questo lo sport piange un grande uomo e un grande campione