L’ultimo arrivato, in casa Fortitudo Baseball, si chiama Alex Sambucci, classe 1989, originario di Latina, per anni punto di forza di Parma e della Nazionale italiana. Arrivo tutto sommato prevedibile, anche se non scontato, perché nello sport e nel mercato non c’è mai nulla di certo. Perché prevedibile? Perché questa, di fatto, è la strategia della Fortitudo del terzo millennio. Dopo aver passato gli anni Novanta con un ruolo marginale (una sola finale, con Rimini, e netta sconfitta) la Fortitudo è stata capace di ripartire, dal 2000 in poi, mettendo in fila scudetti, finali, Coppe dei Campioni – addirittura tre- e Coppe Italia.
Tutto questo per una strategia che se non è vincente (ma solo perché non si può vincere sempre) è quantomeno convincente.
Cosa fa di speciale la Fortitudo? E’ forse la società più ricca del panorama italiano? Sicuramente la Fortitudo sta bene ma non ha, numeri alla mano, la stessa disponibilità economica di Rimini e San Marino, tanto per restare in zona.
Però la triade della Fortitudo – Stefano Michelini, il presidente; Christian Mura il direttore sportivo e Marco Nanni, il manager – ha continuato a operare aggiungendo, anno dopo anno, pezzi importanti. Intendiamoci, nel corso delle ultime stagioni, la Fortitudo ha perso, per raggiunti limiti di età, diversi elementi (Lele Frignani, Stefano Landuzzi, Fabio Betto), però ha saputo guadagnare rispetto, credibilità. Al punto tale che, anno dopo anno, sono arrivati giovani interessanti, o atleti già formati, che hanno contribuito a rendere la squadra ancora più forte. E molto simile a una sorta di Nazionale. Pensiamo, per esempio, a Luca Panerati, Riccardo De Santis, Marco Sabbatani, Alessandro Vaglio, Paolino Ambrosino, Alessandro Grimaudo, Francesco Fuzzi, Gabriele Ermini. Filippo Crepaldi, oggi, appunto, Alex Sambucci.
Qualcuno se n’è andato con qualche rimpianto (Reginato, D’Angelo e Malengo), qualcun altro non è riuscito a integrarsi alla perfezione (Ularetti, Santaniello), ma la Fortitudo ha continuato (e per fortuna continua) su questa strada. Perché forse è il segreto di Pulcinella (in fondo basta avere un po’ di buon senso e una certa efficacia nelle operazioni di scouting), però bisogna avere il coraggio di farlo. Perché siamo così impegnati a dimostrare di essere bravi e operosi che, talvolta (anzi, spesso e volentieri), ci complichiamo la vita, scegliendo la strada più impervia e tortuosa. Certo, non è tutto oro quello che luccica perché, volendo andare a fondo, qualche errore la Fortitudo lo commette. E’ dai tempi di Austin, per esempio, che la Fortitudo non riesce a pescare oltre oceano una mazza pesante. Ma, su questo, ci si sta lavorando. Intanto c’è una strategia precisa. Che se proprio non la volete chiamare vincente, dovete comunque ammettere che è molto, ma molto convincente.