E’ un’Italia comunque da amare e da applaudire

Peccato. Sì, peccato per la sconfitta (la prima), dell’Italia agli Europei di Slovenia. Peccato soprattutto per una classifica cervellotica che assegni comunque un punto alle formazioni sconfitte (che il regolamento lo abbia scritto qualche assessore al traffico…). L’Italia comunque c’è e arriva a un passo dall’impresa contro la Slovenia, senza avere i centimetri e l’esplosività […]

Peccato. Sì, peccato per la sconfitta (la prima), dell’Italia agli Europei di Slovenia. Peccato soprattutto per una classifica cervellotica che assegni comunque un punto alle formazioni sconfitte (che il regolamento lo abbia scritto qualche assessore al traffico…).

L’Italia comunque c’è e arriva a un passo dall’impresa contro la Slovenia, senza avere i centimetri e l’esplosività della formazione di Maljkovic. Peccato perché nonostante l’evidente gap a rimbalzo, gli azzurri non si sono mai persi d’animo. E, anzi, abbiano dimostrato qualcosa di più. Ci viene in mente Travis Diener che, in fondo, ha giurato fedeltà alla Repubblica da pochi mesi. Invece l’americanino con passaporto italiano sta in campo senza paura e con coraggio su una caviglia sola, dimostrando che, evidentemente, il gruppo c’è e ci tiene. E adesso? E’ chiaro che nulla è perduto ma è altrettanto innegabile che non ci si possa crogiolare al pensiero di una partita giocata comunque a viso aperto. Cancellare tutto, tranne gli errori, per ripartire da quelli. Per capire che domani, contro Gelsomino Repesa (a sensazione non deve esserci un grande feeling tra lui e Pianigiani visti i trascorsi tra Roma e Siena), bisognerà stare attenti. Molto attenti.

Gelsomino conosce bene Belinelli, seminerà trappole per mandare in tilt l’Italia che dovrà giocare con quel coraggio e quella “sana ignoranza” che ha avuto fino a questo momento. Perché parliamo di ignoranza? Perché Alessandro Gentile ci fa tornare alla mente una definizione felice, coniata una vita fa, da Gianluca Basile. I suoi tiri ignoranti fecero storia.

Erano tiri forse impossibili, scoccati da distanze siderali. Erano tiri di un peso specifico enorme. Basile li metteva, Gentile, pur essendo ancora un bambino, sembra avere la stessa tempra e la stessa lucida follia.

Viva i tiri ignoranti, viva l’Italia e sotto con la Croazia, con coraggio, determinazione e anche un pizzico di attenzione a rimbalzo.