C’è di tutto nel baseball. C’è di tutto e di più. Talvolta, crediamo, anche in peggio. Purtroppo. E’ il caso di una Coppa dei Campioni (girone di qualificazione di Parigi) e di una federazione, quella europea, che continua a convincere poco. Che, paradossalmente, faccia di tutto (la federazione europea) per cancellare l’entusiasmo e la passione che solo lo sport è in grado di regalare. Il riferimento, lo ripetiamo, è al concentramento di Parigi, alla squadra che dovrebbe (a questo punto il condizionale lo lasciamo per evitare figuracce) affrontare la Fortitudo UnipolSai-Cnf Bologna in finale.
Succede che i ragazzi di Marco Nanni strapazzino i Pirates Amsterdam e si qualifichino per la finale.
Ma per giocare contro chi? San Marino, come sembra in un primo momento o proprio i Pirates Amsterdam?
Eccolo qui, il giallo. Dovessimo leggere un libro sarebbe bellissimo. Sfogliare pagine su pagine, lasciarsi trasportare dalla fantasia per arrivare, alla fine, a individuare l’assassino (ovvero l’altra finalista). Ma lo sport non è un giallo. Lo sport dovrebbe, rispetto alla vita (piace proprio per questo), dare certezze. Chi vince va avanti. E magari festeggia. Chi perde si ferma, senza tragedie, senza problemi. E se ne esce a testa alta.
Invece un regolamento cervellotico costringe gli appassionati (almeno quelli italiani) a fare calcoli algebrici, a scomodare magari il numero di Avogadro (era 6,02 per 10 alla 23 se non andiamo errati) per capire l’identità dell’avversaria della Fortitudo. E invece che trovare certezze si moltiplicano le ipotesi. Talmente tante da considerarle tutte attendibili. Talmente tante ed evidentemente con un briciolo di fondamento, da spingere San Marino a presentare reclamo.
Perché per la Ceb, questo per non generare equivoci, indica subito i Pirates Amsterdam come finalisti. Poi il reclamo, rigettato in serata.
Al di là di tutto, però, il problema resta. Uno sport, per farsi largo, dovrebbe in prima istanza regalare emozioni e brividi e magari spettacolo. E, in seconda istanza, dare certezze al tifoso.
Brava la Fortitudo a qualificarsi, bravi i Pirates a fare altrettanto. Bravo anche San Marino, a cercare comunque di far valere le proprie ragioni. Pur rigettato, il reclamo è stato fatto. E al di là del giallo e magari delle discussioni che ha innescato (che sia un modo machiavellico di far pubblicità in modo occulto al mondo del baseball?) resta il dubbio. Che episodi del genere anziché rafforzare l’identità di uno sport che fatica a farsi largo, lo indeboliscano ancora. Non cerchiamo colpevoli, non ci sono teste da tagliare.
Ma un po’ di sano buon senso sarebbe auspicabile. Con il buon senso si va lontano. Con il buon senso si costruiscono fondamenta solide. Quelle fondamenta che al nostro amato baseball, sembrano mancare.
Dimenticavamo: la finale (fino a prova contraria) è Fortitudo Bologna-Amsterdam, ma quanta fatica. Loro, i veri protagonisti, quelli che giocano e corrono (e talvolta sbagliano, perché sono uomini, ma non lo fanno in modo cervellotico…) non meritano un trattamento del genere. Meritano di giocare, di dare spettacolo. E il più bravo, alla fine, merita di alzare la coppa al cielo. Con gioia. Senza gialli o polemiche…