In questo momento, minuto più minuto meno, nella chiesa di San Pellegrino, a Parma, il mondo dei canestri sta dando l’ultimo saluto a Matteo Bertolazzi. Aveva solo 34 anni Teo, aveva combattuto, nelle ultime due stagioni, sempre con il sorriso sulle labbra, contro un male chiamato leucemia.

Le difficoltà non spaventavano Teo, che sembrava nato con un pallone tra le mani. Che avesse coraggio e cuore da vendere lo sì capì già nel 1996, quando aveva solo 17 anni.

La Virtus aveva appena perso in regia due colonne del calibro di Roberto Brunamonti e Claudio Coldebella e il play titolare, Cuki Galilea, s’era rotto il ginocchio alla prima uscita ufficiale. Teo, da leader delle giovanili bianconere, si ritrovò coinvolto negli allenamenti dei grandi.

Aveva occhi grandi, Teo, ma dallo sguardo si capiva che non aveva paura. Un attimo di smarrimento iniziale, poi, con intelligenza e umiltà, il lavoro in palestra, al fianco di campioni affermati – Zoran Savic, Augusto Binelli, Alessandro Abbio, Kostas Patavoukas, Bane Prelevic – e dal carattere un po’ bizzoso, Arijan Komazec.

Senza paura aveva messo i suoi 181 centimetri e il suo entusiasmo al servizio del gruppo. Stagione in chiaro scuro per quella Virtus che comunque vinse la Coppa Italia. Da undicesimo (all’epoca si andava a referto in dieci) Teo festeggiò il trofeo con i compagni più grandi

Poi un peregrinare lungo l’Italia (Pistoia, Forlì, Omegna, Vigevano) scendendo di categoria. Non per mancanza di talento, ma per assenza di centimetri e chili in un basket sempre più atletico e robotico.

Tanto affetto sui campi di mezza Italia e tanti amici a Bologna. Lo incrociammo qualche tempo fa al Mulino Bruciato. Teo con l’amico di sempre, Pappalardo e il coach delle giovanili, Marco Sanguettoli.

Stava lottando con il sorriso di sempre, senza perdere coraggio e la speranza. Ci sono tante persone che ci possono insegnare qualcosa di importante anche se sono costrette ad “andarsene” troppo presto.

Teo Bertolazzi, che viveva per la pallacanestro, era uno di quelli.

Ciao Campione.