Ridimensionare, di per se, non sarebbe poi così negativo. Ma ridimensionare, peggiorando comunque il prodotto e, di fatto, penalizzando le società che provano a guardare oltre al 2014, è un autogol.

L’atteso giorno è arrivato: il baseball si è ritrovato a Parma per consegnare i premi della stagione appena conclusa. Fin qui nulla di strano, anzi, una federazione che premia i migliori è degna di nota.

Poi, però, c’erano in ballo questioni più importanti. ll campionato prossimo venturo, la formula, le regole. E, appunto, si passa da 10 a 8 club per la rinuncia, rispetto alla stagione appena conclusa, di Ronchi dei Legionari e Reggio Emilia. Chiaro che l’obiettivo di riduzione delle spese sia un obiettivo principe per chiunque. Ma siamo sicuri che la divisione in due gironi da quattro, con due partite alla settimana, sia la soluzione migliore?

Soprattutto pensando che le società che punteranno allo scudetto, poi, dovranno ridisegnare un pezzetto d’organico passando a tre partite settimanali, con uno straniero in più.

Perché è chiaro che l’idea di mediare, prima due partite e poi tre è stata scelta per non scontentare chi non voleva giocarne tre. Logico anche che, chi non vuole arrivare a tre, per limitare le proprie spese (intendo lodevole, per carità) non pensi di essere tra le quattro migliori. Ma, ragionando per assurdo, se proprio chi si era opposto alle tre partite fosse costretto a ritrovarsi tra le quattro elette?

Difficile, vero? Ma questo significa svilire la prima fase, caricare di eccessive pressioni la seconda. Significa, crediamo, decidere di non decidere.

Ma se il baseball vuol tornare a essere una punta di diamante per lo sport italiano deve battere altre strade. I risultati sul campo, per ora, per fortuna, ci premiano. Perché l’Italia è campione d’Europa per nazioni, perché la Fortitudo Bologna ha in tasca la seconda Coppa dei Campioni consecutiva.

Ma – e lo ribadiamo sperando di essere smentiti perché vogliamo troppo bene a questo sport – la strada imboccato porta in un vicolo cieco.

Programmare a lungo termine, con un po’ di coraggio e buon senso (senza spendere cifre folli, è chiaro) è l’unico percorso da fare. Non siete d’accordo?