Sul tetto del mondo si arriva così, in una mattina di fine gennaio: la Apple è il primo produttore al mondo di computer. E’ la conclusione di uno studio della società di ricerche Canalys che ha stilato la classifica accorpando le vendite di personal computer e tablet nell’ultimo trimestre 2011.

Ho pensato all’Lc, il mio primo computer Macintosh, comprato nel 1991 (e tutt’ora funzionante). E al Performa, comprato nel 1996. Un’altra era geologica, quella della Mela degli anni ’90: altro che leader di mercato, eravamo meno di una nicchia, eravamo un branco di pazzi che lavoravano nella grafica o nella (piccolissima) editoria. Software che non parlavano con nessun altro sistema (Windows), dischetti che venivano ‘sputati’ dal pc ‘normali’. Un’altra era, appunto.

Per questo la notizia dell’ennesimo record di Apple mi fa impressione più dei precedenti appena annunciati (avere la capitalizzazione più alta di tutta la borsa americana, e essere tornati leader nel mercato mondiale di smartphone). Perché da quando è iniziata la rinascita di Cupertino, la chiave per il successo è sempre stata qualcosa di diverso dal personal computer: l’iPod, l’iTunes, l’iPhone.

Certo, il dato analizzato da Canalys accorpa personal computer e tablet, ovvero l’iPad, un oggetto che non è un ‘vero’ e proprio computer, ne da tavolo ne portatile nel ‘vecchio’ senso del termine. Ma è la riprova del genio di Jobs: trasformare una cosa che c’è già (un lettore audio, un telefono, un computer) in qualcosa che non esisteva e di cui abbiamo improvvisamente un bisogno irresistibile.

Da antica fan di Apple, spero che veramente nella cassaforte di Cupertino ci sia il tesoretto di Steve: quei 4-5 ‘prodottini’ capaci di far continuare la favola.