La prima mossa di Apple per uccidere il suo Buddha

La decisione di Apple di distribuire un dividendo per la prima volta dopo 17 anni e’ il primo vero gesto di ribellione alla filosofia di Steve Jobs. Il fondatore della Mela, dopo esserne tornato al comando nella seconda meta’ degli anni ”90, non aveva mai voluto farlo. Gli ultimi dieci anni di trionfi hanno portato […]

La decisione di Apple di distribuire un dividendo per la prima volta dopo 17 anni e’ il primo vero gesto di ribellione alla filosofia di Steve Jobs. Il fondatore della Mela, dopo esserne tornato al comando nella seconda meta’ degli anni ”90, non aveva mai voluto farlo. Gli ultimi dieci anni di trionfi hanno portato Apple ad avere la strabiliante disponibilità cash di 100 miliardi di dollari, più del governo Usa. Un’onda che non si ferma: nel primo weekend di mercato, sono stati venduti 3 milioni del nuovo iPad e il titolo a Wall Street supera i 600 dollari. Insomma, a Cupertino piove sul bagnato, con buona pace di chi lotta con le unghie e con i denti per sopravvivere alla crisi.

Apple spenderà quasi la meta’ del suo stratosferico ‘tesoretto’ (il direttore finanziario Peter Oppenheimer parla di 45 miliardi di dollari in tre anni) per ripagare gli azionisti e contemporaneamente per ricomprare se stessa. Non resterà certo senza soldi in cassa: secondo alcuni analisti nei prossimi due anni, pur continuando a investire in ricerca e acquisizioni, potrebbe accumulare fino a 180 miliardi di dollari cash. E nessuno al di fuori dell’Infinite Loop (il cuore della sede di Cupertino) sa con certezza se davvero se Steve Jobs ha lasciato in cassaforte altre 4 o 5 idee capaci di cambiarci la vita, e di far salire all’infinito le fortune di Apple.

Il cambio di strategia finanziaria deciso dal nuovo Ceo Tim Cook non e’ certo una mossa improvvisata per tenere buoni gli azionisti. E non sarà il dividendo a convincere nuovi investitori: con le quotazioni in perenne rialzo, il titolo non ne ha bisogno. Semmai, e’ molto significativo l’annuncio del buyback di azioni per 10 miliardi di dollari nei prossimi tre anni: un modo per acquisire valore togliendo spazio agli azionisti ‘esterni’ che prima o poi potrebbero voler fare la  voce grossa sulle decisioni strategiche per il futuro dell’azienda, oltre a reclamare un dividendo.

E’ in qualche modo una conseguenza della scomparsa di Jobs: la personalità e il carisma di Steve mettevano Apple al riparo da molte critiche. E la sua gestione da padre padrone ha avuto talmente successo che anche le voci critiche si zittivano di fronte ai risultati economici.

Uno dei più famosi koan buddisti recita: “Se incontri il tuo Buddha per la strada, uccidilo”: e’ l’invito a superare il mito del maestro assoluto, del guru, a liberarsi del ruolo dell’eterno discepolo e ad andare avanti con le proprie forze. Contravvenendo per la prima volta ai 17 anni senza dividendo, Tim Cook comincia a uccidere il mito del guru, e dimostra di saper ‘pensare differente’ (think different, uno degli slogan più noti della pubblicità Apple). Basterà, se in quella cassaforte dell’Infinite Loop non c’e’ niente?

 

PS= Steve Jobs era buddista, ma non credo che avrebbe apprezzato la mossa di Cook…

 
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