Ops, mi accorgo solo ora (le 21 di sera) che anche questa volta l’Apocalisse non c’è stata. Apocalisse informatica, intendo, l’ennesimo ko che doveva mettere al tappeto internet, pc e tablet di tutto il mondo ecc, ecc. (doveva essere un ‘lunedì nero’, con un blackout internet per 277 mila computer nel mondo, di cui 26.500 in Italia. Causa: il virus ‘DNSCharger’).

Riassumendo: da stamattina ho utilizzato due pc ‘da tavolo’, un tablet e due smartphone, tre sistemi operativi diversi e tre diversi fornitori di connettività (sì, ho una vita difficile, prometto di uscire da questo tunnel. Ma non so quando…). E tutto ha funzionato come doveva.
Siamo andati molto peggio, tanto per fare qualche esempio recente, dopo la semifinale Italia-Germania, quando il sovraccarico di utenti sugli smartphone ha mandato il tilt tutto per un’oretta buona (almeno nel centro di Bologna).

Mi sono stancata di Apocalissi informatiche che non arrivano mai, di annunci roboanti, di allarmi planetari. Dal millennium bug in poi, non se ne può più. Oltretutto, quando qualcuno vuole veramente il crisi la Rete (come gli attacchi di DOS -Denies of Service) lo fa senza proclami ai quattro venti.

Certo, devo ringraziare gli antivirus che proteggono i miei sistemi operativi, anche senza che io me ne occupi direttamente. Certo, se non ci fossero gli allarmi non ci sarebbero le contromisure, e quindi prima o poi la catastrofe sarebbe davvero reale.

Però per favore smettiamola con questi allarmismi esagerati: per la fine del mondo (vera o solo digitale???) puntiamo tutto sui Maya. E se la mattina del 22 dicembre 2012 ci ritroviamo tutti qui (certo che sì, e accetto scommesse) dopo non se ne parla più, chiaro?