OGGI è il sesto giorno di The Floating Piers: un evento imperdibile e, per chi ci è andato, indimenticabile. Possiamo ben dire che Christo ha vinto la sua sfida, perché è riuscito a realizzare un’utopia sotto i piedi, ma anche perché ha conquistato l’entusiamo di tutti quelli che hanno visto e vissuto l’opera, e anche di chi per ora ha potuto solo sognarla attraverso i resoconti o le migliaia di immagini che invadono la rete. Bravissimo. Filippo G., Brescia
UN VERO E PROPRIO successo. Forse troppo, a stare a quello successo nelle ultime ore. Lunghe code per salire sulle passerelle galleggianti, traffico congestionato e treni presi d’assalto sono gli effetti collaterali – più che preventivabili, verrebbe da dire – di un appuntamento unico non solo nella storia del Sebino, ma anche dell’arte mondiale. Grande evento doveva essere e grande evento è stato. Che piaccia o meno, questo enorme serpentone sospeso sulle acque del lago regala un colpo d’occhio difficile da immaginare persino nei migliori film di fantascienza. Ma tutto questo che c’entra con l’arte? Perché se il «The Floating Piers» non c’entra niente con l’arte, ma è un evento, la stessa cosa si può dire dell’Expo, della Fiera del Levante, della pizzica salentina. Certo, Christo ci fa camminare sulle acque e già questo ha del miracoloso. Ma Floating Piers affascina non tanto come opera d’arte ma, semplicemente, in quanto dono, sogno d’amore regalato alla gente. [email protected]
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