le-conseil-de-securite-des-nations-unies-Calma e gesso.  La proposta russa _ che richiama non poco una italiana fatta all’ultimo G20 _ di mettere lo stock di armi chimiche siriane sotto controllo internazionale per poi procedere ad una loro distruzione è interessante, opportuna e benvenuta ma va valutata in filigrana, perchè in questi casi è nei dettagli che si nasconde il diavolo.

In altre parole, sarebbe uno specchietto per le allodole se non fosse inserita in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ai sensi dell’articolo VII della carta delle Nazioni Unite (quindi con possibilità di usare la forza nel caso di inattemperanza) che la renda legalmente vincolante e preveda un meccanismo certo di sanzioni.

Non basta che la Siria, come pare, l’abbia accettata. Bisogna che sia una proposta vera, che metta in piedi un dispositivo di ispezione e controllo degli arsenali chimici siriani che sia sotto l’egida dell’Opcw (Organization for the prohibition of chemical weapons), braccio operativo della Covenzione per il bando delle armi chimiche. L’organizzazione è indipendente, può contare su 200 ispettori operativi, e se assistita da un nucleo di caschi blu potrebbe prendere il controllo degli arsenali proibili e aviare un percoroso _ molto lento, complesso e costoso _ verso la loro distruzione. Se così fosse la proposta sarebbe la chiave di volta per disinnescare la crisi siro-americana ed evitare un dissennato strike che sarebbe solo benzina sul fuoco della guerra civile che da 2 anni dilania la Siria. Ma se fosse altrimenti sarebbe solo un tentativo di prendere tempo.

Usa, Francia e Gran Bretagna presenteranno stasera all’Onu una proposta di risoluzione si sensi  che condanna l’attacco chimico, prevede un suo deferimento al Tribunale Penale Istiuzionale e istituisce un meccanismo di ispezione e controllo degli arsenali chimici siriani con conseguenze nei confronti di Damasco in caso di violazione. E’ giusto che sia così, ma i primi contatti con il ministro degli Esteri russo non sono incoraggianti.  I russi ”non sono entusiasti” rispetto all’idea di una risoluzione vincolante dell’Onu sulla Siria: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, al termine di un colloquio telefonico con il suo omologo russo, Serghei Lavrov. Nulla è perduto, ma rimettiamo i calici in freddo. Esultare è purtroppo prematuro e l’ipotesi strike resta sul piatto.