Kiev, compromesso per evitare la guerra civile edificato su ghiaccio sottile

Il mio articolo di ieri, uscito sul QN di oggi. MA in queste ore la situazione è RADICALMENTE cambiata. La piazza ha costretto i leader dell’opposizione ha stracciare l’accordo ragiunto con la mediazione dell’Ue e a chiedere l’impeachment di Yanukovic, che nella notte ha lasciato Kiev. La leader dell’opposizione, Yulia Timoshenko, sarà libera in poche […]

Il mio articolo di ieri, uscito sul QN di oggi. MA in queste ore la situazione è RADICALMENTE cambiata. La piazza ha costretto i leader dell’opposizione ha stracciare l’accordo ragiunto con la mediazione dell’Ue e a chiedere l’impeachment di Yanukovic, che nella notte ha lasciato Kiev. La leader dell’opposizione, Yulia Timoshenko, sarà libera in poche ore.

Le forze di protezione della Maidan _ le forze rivoluzionarie _ hanno oggi il pieno controllo di Kiev e dell’Ovest e il centro del paese. Ma Yanukovic non molla e ha annciato in tv che NON intende dimettersi e ha parlato di golpe. Deputati delEst e del Sud gli hanno giurato fedeltà. Rischio di secessione dell’Est (Donbass) e specialmente della Crimea, a maggioranza russofona. Nel caso si arrivasse a tanto, piu che probabile un intervento militare russo a “protezione” delle province che decidessero la secessione.

 

21 febbraio

Dall’inviato

Alessandro Farruggia

KIEV
_

“Onore all’Ucraina, onore agli eroi. Onore, onore, onore”. Sono le cinque della sera quando l’intera piazza Maidan, molte decine di migliaia di persone, scandisce, anzi grida, l’antica formula rituale. Molti _ anziani con bastoni nodosi, vecchie baba imbacuccate, ragazzi in mimetica e giubbotto antiproiettile, operai e minatori con sbarre di ferro e caschi militari o da lavoro ma anche tanta gente arata solo della sua disperazione _ hanno le lacrime agli occhi, quando il furgone bianco con la salma di Ustym Holodiuk, 22 anni, della regione di Ternopil, fa i suo ingresso nell’agorà che è diventata simbolo delle rivoluzioni ucraine. Ustym è uno delle vittime del bagno di sangue, l’hanno ammazzato come altri cento _ il numero vero non lo avremo mai _ giusto davanti l’hotel Ucraina. Un cecchino l’ha centrato al collo. E’ morto dissanguato. E i suoi genitori hanno voluto, prima di riportarlo a casa, che come altre tre sfortunati compagni avesse il tributo che merita per aver sacrificato la sua vita a un ideale di libertà davanti a una piazza che, nonostante tutto e nonostante tutte le cancellerie, non smobilita le proprie ambizioni.

Dopo il tempo della guerra, a Kiev questo è il tempo delle lacrime. E il tempo del compromesso. Che però spacca come una mela la galassia dell’opposizione: i leader e i moderati che pragmaticamente leggono come un bicchiere mezzo pieno la road map strappata al presidente Yanukovic dai tre mediatori europei, i radicali e tanti senza partito che non si accontentano e continuano a ripetere che perché si possa voltare pagina il presidente che si è macchiato del sangue dei suoi cittadini se ne deve andare.

Il che non sarà. Al primo punto dell’intesa mediata dall’Ue e firmata dal presidente Yanukovic e dai leader dell’opposizione Vitali Klitschko, Arseniy Yatseniuk and Oleh Tiahnybok _ accolti dai fischi quando a sera sono saliti sul palco della Maidan per presentare l’accordo _ c’è la convocazione di elezioni presidenziali anticipate da tenersi entro dicembre, mentre nel giro di 10 giorni verrà formato un governo di unità nazionale. Ma il punto è che Yanukovic resta. Da subito, quantomeno, i poteri presidenziali sono stati ridimensionati, con la Rada che ha approvato con 387 sì e un solo no il ritorno alla Costituzione del 2004, quella post Rivoluzione arancione. Ed e’ stato destituito il ministro dell’Interno, Vitaly Zakharchenko, inviso all’opposizione. Ma non è moltissimo, considerato che se si terranno a dicembre le elezioni sono anticipate solo di due mesi e che il presidente resta ben saldo in sella. Certo, l’accordo apre la strada verso la libertà per Iulia Timoshenko, l’ex premier e leader della Rivoluzione arancione in carcere dal maggio 2012. Il Parlamento ucraino ha infatti depenalizzato il reato di abuso d’ufficio che le è costato una condanna a sette anni di reclusione. Secondo fonti del suo partito potrebbe essere libera il primo marzo.

Ma soprattutto l’accordo blocca l’avvio di una guerra civile, e un possibile disgregazione del paese, con le aree russofone pronte all’annessione alla Russia. Uno scenario georgiano che l’Europa ha saputo evitare. Ma la piazza, non gradisce. Tutti quelli che ieri erano tra le barricate che proteggono piazza Maidan erano concordi nel dire che Yanukovic se ne deve andare. Non solo i fascisti di Pravi Sektor ma anche gente non politicizzata come Yaris Tomashuk, 34 anni, titolare di una agenzia di pubblicità che per la quinta volta da novembre a lasciato la natia L’viv, e con quattro compagni s’è fatto 8 ore di maccia per tornare in piazza e ora _ mimetica, giubbotto antiproiettile, elemetto _ guarda una delle barricate e ripete. “Son qui a mie spese, nessuno mi manovra, voglio solo un paese migliore. La mafia di Yanukovic deve andarsene, se lo lasciamo fino a dicembre di sicuro troverà il modo per versare ancora sangue ucraino e restare su trono”.

Possibile. Ma chi guida la protesta ha deciso altrimenti facendo prevalere il pragmatismo. “Se non sostenete questo accordo, arriverà la legge marziale, arriverà l’esercito. E morirete tutti” ha detto il ministro degli esteri polacco Radoslav Sikorski _ immortalato da una Tv _ a un manifestante poco prima della firma dell’intesa. Evitare una Tienanmen e ingoiare un mezza vittoria è questo il lodo Maidan. Una piazza che a notte ancora rumoreggia tra copertoni incendiati, fuochi e pentoloni di borsh che ribollono nella gelida notte di Kiev tra rabbia, rimpianti e dolore.

eu europa kiev russia ucraina