egypt_2613000bLa crescente comparsa delle bandiere nere di al Qaeda nelle piazze egiziane è una pessima notizia. Segna la definitiva sconfitta del tentativo portato avanti, in primis dal Dipartimento di Stato americano, di “costituzionalizzare” e democratizzare una organizzazione per decenni “border line” ma con un consenso di massa come i Fratelli Musulmani. Ed è uno squarcio sul futuro che potrebbe aprirsi dopo la decisione dei militari egiziani di reprimere con il pugno di ferro le proteste fondamentaliste per il colpo di Stato.

 L’amministrazione Obama _ seguendo una  comprensibile logica di integrazione e prevenzione _ ha tentato di portare i Fratelli Musulmani nel novero delle forze politiche normali, ma si è infranta sulla loro incapacità di fare politica che ha condotto l’Egitto verso il disastro economico. L’incapacità dei Fratelli Musulmani di governare il Paese  ha provocato una rivolta di popolo che è stata colta al volo dai militari per riprendersi il potere. E questo rischia di ricacciare i Fratelli Musulmani nel loro grigio passato. Confinarli nella clandestinità, fatalmente travasarne una parte delle forze nel vaso senza fondo del terrorimo.

In Egitto il terrorismo ha solide radici, basti pensare che egiziano è Ajmah al Zawairi, l’attuale leader di al Qaeda. Non vi è dubbio che l’eventuale messa fuorilegge della Fratellanza non potrebbe che rafforzar la galassia del terrore. Il che non è una questione interna egiziana ma sarebbe invece un grosso problema per l’Occidente. E’ noto che uno degli obiettivi principali del terrorismo islamico _assieme alla chiesa copta e al governo _ è stato il turismo. Basti pensare all’attacco del 17 Novembre 1997 condotto da “al Gama’a al Islamiya” e “Talaa’al al-Fateh” al tempio di Hapteshut a Luxor che fece 62 morti. O agli attacchi a Sharm condotti il 23 luglio 2005 dalle brigate “Adullah Azzam.

Una ripresa del terrorismo in Egitto significa che nel mirino ci sarebbero in primis gli occidentali: in Egitto e altrove. Gruppi come Mohammed Jamal, che ha legami Mohammed al-Zawahiri, fratello del famigerato Ayman, non aspettano altro: avere accesso a una massa di giovani  radicali che chiedono vendetta dopo la repressione dei militari. Carne da cannone, o meglio da trasformare in kamikaze o commando. Per questo la decisione di mettere fuorilegge i fratelli musulmani, sinora osteggiata dagli americani, e contro il quale oggi si è schierata anche il ministro Bonino, andrà ponderata con attenzione. Chiusa ogni prospettiva politica, le bandiere nere che già sventolano nelle piazze del Cairo potrebbero moltiplicarsi. Evitarlo è essenziale.

Oggi il generale al Sissi _ ministro della Difesa e vero uomo forte del governo di transizione _ ha ribadito che i militari vogliono l'”inclusione” degli islamisti. La formula è ambigua e significa tutto e il suo contrario. Auguriamoci che prevalga la saggezza: anche dalle mosse dei militari dipenderà lo sviluppo del terrorismo in Egitto.