Cinquant’anni fa se ne andava Nick Drake. Nella casa di famiglia di Tanworth-in-Arden, nel cuore dell’Inghilterra più rurale, un’overdose dell’antidepressivo amitriptilina si portava via un ragazzone di 26 anni, dalle gambe lunghe e dallo sguardo sempre cupo. Aveva talento, ma non ci credette mai troppo. E i suoi fantasmi ebbero la meglio su un’anima fragile, combattuta dai propri demoni e probabilmente troppo buona per questo mondo. Non parlava mai, aveva pochi amici e in tanti ricordano come fosse difficile anche solo instaurare un dialogo con lui. Finiva per rinchiudersi nella sua camera a fumare cannabis e ascoltare dischi. Quando decise di diventare musicista i genitori lo guardarono sorpresi e la sorella Gabrielle Drake, divenuta poi celebre per una parte negli sceneggiati televisivi dedicati agli Ufo negli anni Settanta, ricorda quando un giorno il fratello entrò nella sua camera lanciandogli il suo primo album. “Eccolo”, fu l’unica parola che disse prima di uscire per andare a rinchiudersi nel suo mondo. Aveva la fobia di esibirsi dal vivo, si narra che una volta lasciò un concerto a metà. Ma i suoi dischi parlano per lui, piccole gemme, piene di canzoni delicate, ricamate su sinuosi arpeggi di chitarra e un canto dolce e malinconico. Dal 1969 al 1972 incise tre album, arpeggi folk con venature di jazz. Il più noto è ‘Pink moon’. Putroppo non fece in tempo ad avere successo che arrivò postumo, come spesso, chissà perché succede, chissà cosa penserebbe oggi a vedere quanti sono a celebrarne il ricordo. E in un giorno come questo è bello mettere sul piatto ‘Northern skies’ e ascoltare quella voce che dal profondo dell’anima cantare così:
“Mi amerai per i miei soldi
mi amerai per la mie idee
mi amerai per tutto l’inverno
mi amerai fino a quando morirò
oh, se solo tu volessi e potessi
vieni e fa che tutti lo sappiano
Non ho mai sentito una magia così intensa
non ho mai capito quanto le lune conoscono il mare
non ho mai sentito un’emozione così reale
come sentire la brezza sulla cima di un albero
Ma adesso tu sei qui
per illuminare il mio orizzonte”.
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