Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi!
Bisognano, signore, almanacchi?
(Giacomo Leopardi, Dialogo di un venditore di almanacchi)

Sta andando in scena, nelle aule del Parlamento italiano, una commedia stucchevole. Questa commedia – che non sarà la prima né l’ultima, ma forse non è una delle tante – riguarda la legge elettorale. Un ginepraio buono per far impazzire anche gli addetti ai lavori. Immaginiamo un dialogo tra un giornalista e un parlamentare sul tema.
D. Alle prossime elezioni voteremo con l’Italicum?
R. Se verrà approvato, sì, certo, ma varrà solo per la Camera! D. E il Senato? R. Ma il Senato non ci sarà più! R. E se invece ci fosse ancora e si votasse in via anticipata? R. Allora si andrà a votare con l’Italicum alla Camera e il Consultellum al Senato! D. Ma il Consultellum è solo il ritaglio del Porcellum cassato dalla Corte! R. Sì, ma la legge è funzionante come dev’essere! D. Ma si può votare con due leggi elettori diverse? R. Certo che si può! S’è fatto in Italia, nei primi anni della Prima Repubblica! D. Ma è assurdo! R. E comunque abbiamo la carta di riserva, votare con il Mattarellum! D. Ma il Mattarellum non è stato abrogato dieci anni fa?! R. E allora? Vorrà dire che lo faremo rivivere! D. E l’Italicum che fine farebbe? R. Con quello si voterà quando il Senato sarà finalmente abolito! D. Dopo aver votato, nel mezzo, col Mattarellum, cioè con una legge morta e un’altra ancora in fasce in pochi anni?! R: Embé? Si vota prima col Mattarellum, poi c’è l’Italicum, prima per Camera e Senato, poi solo per la Camera…
La conversazione è da teatro dell’assurdo, ma la colpa non è del cronista. E dunque, con che legge si voterà in Italia? Si vedrà. Trovate la cosa assurda e drammatica? Lo è. Per darvi un ‘aiutino’ proviamo a fare un po’ d’ordine.…

La legge elettorale trasforma in seggi – seggi che poi i parlamentari (630 deputati, 315 senatori, a oggi) riempiono fisicamente – i voti espressi da ogni cittadino. Il territorio viene diviso in circoscrizioni elettorali. Le quali vengono suddivise in collegi. I metodi di elezione possono essere diversi: proporzionale, maggioritario o un mix tra i primi due. Si può votare per un candidato solo (collegio uninominale) o per una lista di candidati (collegi plurinominali). Si può votare una lista, ‘corta’ o ‘lunga’, bloccata, cioè indicata dai partiti e immodificabile, o con le preferenze. Vi può essere un ballottaggio tra i candidati di ogni collegio (ballottaggio di collegio) o tra le liste più votate a livello nazionale (ballottaggio di lista o coalizione). Vi può essere un premio di maggioranza (alla lista o coalizione) a prescindere dal metodo elettorale (proporzionale o maggioritario). Si possono introdurre soglie di sbarramento per accedere al premio o anche solo per l’accesso in Parlamento di ogni singola lista o partito.
Ogni paese civile e democratico ha una legge elettorale vigente e funzionante. Di solito, le leggi elettorali cambiano pochissime volte. Per dire, gli Stati Uniti hanno la stessa legge elettorale da tre secoli, la Gran Bretagna da vari secoli con principi (maggioritario di collegio) identici, la Germania da mezzo secolo (non l’ha cambiata neppure con la storica unificazione delle due Germanie nell’89), la Spagna ‘solo’ da trent’anni ma perché prima vigeva una dittatura. Per trovare un Paese democratico occidentale che ha cambiato, negli ultimi settant’anni, tre volte la sua legge elettorale, bisogna guardare ai cugini d’Oltralpe. La Francia, infatti, ha votato con un proporzionale semi-puro durante la IV Repubblica (1946-’58), è passata a un sistema presidenziale semi-puro con l’ascesa al potere di De Gaulle (1958-64) e poi ha corretto quest’ultimo, introducendo correttivi proporzionali per il Parlamento. Cosa succede, invece, in Italia, almeno nella II Repubblica? Un delirio organizzato che ha preso le tinte del grottesco.

Tre leggi elettorali (Mattarellum, Porcellum, Italicum) diverse cambiate o in via di cambiamento in dieci anni. Tre sistemi profondamente diversi tra loro in vari aspetti: maggioritario di collegio con recupero proporzionale il Mattarellum, proporzionale con premio di maggioranza (alla coalizione) abnorme il Porcellum, premio alla lista per l’Italicum. Cambia anche il metodo di elezione: collegi uninominali nel Mattarellum, liste bloccate col Porcellum, mix di capolista bloccati e preferenze nel nuovo Italicum. Cambiano, ogni volta, anche le soglie di sbarramento, la presenza o meno di una quota proporzionale, i collegi e le circoscrizioni in cui è diviso il Paese. Il regno dell’assurdo. Ma ormai siamo ‘oltre’. Abbiamo tre leggi tutte in divenire e nessuna delle quali operativa. L’Italicum approvato in prima lettura dalla Camera sta già cambiando ora che il Senato ha iniziato ad esaminarlo: ne uscirà tutto ‘nuovo’. Ma se si votasse prima del voto finale sull’Italicum, l’unica legge applicabile sarebbe il Consultellum, e cioè con il Porcellum ‘cassato’ delle parti (premio di maggioranza e liste bloccate) giudicate incostituzionali dalla Consulta. Governo e maggioranza, però, potrebbero decidere di far rivivere il Mattarellum, sistema non più in uso da decenni. In attesa di approvare in via definitiva l’Italicum, certo, o magari di votare con l’Italicum solo per la Camera e con il Consultellum solo per il Senato, in attesa di abrogare in via definitiva lo stesso Senato. Vi appare un pastrocchio? Vi è venuto il mal di testa? Anche a noi, purtroppo.