Liberi tutti, o quasi. Liberi quei dodici ‘criminali’ (intendo insegnanti, studenti, casalinghe e non scassinatori, rapinatori e figli di buona donna) che lo scorso sabato con un bliz avevano liberato una trentina di cagnetti destinati alla vivisezione e allevati nel canile- lager di Montichiari, e per questo erano riusciti ad ottenere una cosa rara in Italia: finire in galera. E liberi i cagnolini beagle rapiti dagli animalisti. Ma in questo caso c’è chi è fortunato e chi no, infatti tre delle bestiole sono tornate al canile. Quanti ce ne siano dentro, con precisione non si sa. In questa storiaccia dove chi ci rimette come al solito sono i più deboli, cani e umani, un paio di cose positive ci sono. Una è nelle parole che nelle tredici pagine di ordinanza il gip di Brescia ha scritto: ”il particolare movente di evitare la destinazione di animali alla vivisezione” e’ ”certamente meritevole di apprezzamento”. Bravo giudice. Il Suo è un brutto mestiere ma qualcuno deve pur farlo, forse anche Lei a casa nutre un cane, un gatto, un criceto, un canarino o un pesce rosso: insomma ha testa e cuore.
La seconda cosa positiva è che con la bella trovata di mettere in galera gli animalisti la questione dei beagles di Green Hill ha fatto il giro del mondo. Prossimo appuntamento, l’8 maggio, che sarà la Giornata mondiale contro Green Hill e la vivisezione. Lo fa sapere il Coordinamento fermare Green Hill. A Brescia la protesta sarà nel centralissimo corso Zanardelli a partire dalle 15. A Milano l’appuntamento è per la stessa ora in piazza Mercanti. Ma presidi e proteste si terranno anche fuori dai consolati e dalle ambasciate italiane nelle principali capitali mondiali: da New York ad Amsterdam, da Londra a Parigi, passando per Varsavia, Brussels, Madrid, Atene, Cape Town, Adelaide e Claj Napoca, in Romania. E’ stato scelto l’8 maggio perchè il giorno seguente la XIV Commissione del Senato esaminerà gli emendamenti al testo dell’articolo 14 per il recepimento della Direttiva europea sulla sperimentazione animale. Con le proteste in decine di citta’ gli attivisti vogliono lanciare un messaggio al governo italiano: dire no alla vivisezione e, si legge in una nota del Coordinamento fermare Green Hill, ”ricordare quale e’ il sentimento di milioni di italiani e cosa desiderano davvero gli animali: l’86% degli italiani e’ contrario alla vivisezione, vuole chiuso Green Hill subito e ha applaudito alla liberazione in pieno giorno dei cani da quell’inferno”.
Se, come chiedono le associazioni animaliste, la Marshall proprietaria di Green Hill se ne andrà dall’Italia (mentre i cagnetti ci resteranno però come cuccioli adottati e non come carne da macello) senza dubbio sarà un segno di civiltà. Ma siccome ad essere cattivi si farà pure peccato ma ci si azzecca, mi viene da pensare che tolte le tende dall’Italia l’allevamento metterà radici in un Paese più compiacente. Perchè dietro c’è un bel business.
Mi è arrivata una educatissima e-mail che per par condicio pubblico.La mail è firmata ma ometto il nome del Dottore poichè lui la aveva inviata nella mia posta peer evitare polemiche, ma mi pare giusto che chi legge il mio blog ascolti anche altre opinioni.
Cordialmente
E sempre per par condicio, pbblico anche un comunicato inviato dall’ Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente).
‘2.637 animali ogni giorno iniziano il loro percorso di torture nei laboratori italiani di sperimentazione animali e di vivisezione: 99 ogni ora comprese leore della notte che, moltiplicati per i 365 giorni dell’anno, fanno la bellezza di 864.000 animali circa che finiscono sotto le grinfie dei ricercatori-torturatori e di loro ben pochi riescono a sopravvivere”. E’ quanto si legge in una nota dell’Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente), che spiega: ”Questi sono i numeri estrapolati niente meno che dalla Gazzetta Uffficiale numero 53 dello scorso 5 marzo 2011, che evidenzia come nel triennio 2007-2010 siano stati complessivamente circa 2,6 milioni gli animali torturati e sottoposti ai peggiori esperimenti (di cui il 70% in Lombardia)”. Rianalizzando i dati dell’ultimo anno preso in esame, prosegue l’Aidaa, ”e’ possibile estrapolare qualche dato in piu’: sono circa 425.000/anno gli animali sottoposti ad esperimenti per la ricerca di base, 206.000/anno quelli destinati alla sperimentazione per lo sviluppo dei farmaci, 106.000/anno quelli per i nuovi test sui farmaci, 65.000/anno quelli per gli
esperimenti ed i test sulla tossicita’ (compresi i gas usati in guerra), 25.000/anno gli animali usati per gli esperimenti di diagnosi delle malattie, 21.000/anno per lo sviluppo dei farmaci veterinari e 16.000/anno quelli catalogati come altri esperimenti”. (segue) (Sin/Ct/Adnkronos) 30-APR-12 20:32 NNNN = (Adnkronos) – ”Sono numeri mostruosi -sottolinea l’Aidaa- dai quali si evince che esiste un mercato degli animali destinati alla sperimentazione di oltre 250 milioni di euro l’anno. “Come si puo’ vedere da questi numeri il business che gira attorno, anzi sulla pelle degli animali destinati alla sperimentazione e’ enorme- rimarca Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa- solo con il costo degli animali che vengono importati nell’oltre 95% dei casi si potrebbe avviare un fondo per le ricerche avanzate ed alternative”. ”Il fatto che questo non si prenda in considerazione -sottolinea Croce- la dice lunga. Oltre a proibire l’allevamento degli animali destinati ai laboratori sarebbe ottima cosa anche vietarne l’importazione sarebbe un passo fondamentale verso l’abolizione della vivisezione, battaglia che noi faremo indipendente dal risultato che emergera’ dalla votazione in Senato sul recepimento della legge europea sulla vivisezione e le deboli modifiche introdotte dal governo italiano e gia approvate alla Camera”.
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